Maurizio Lupi può già essere definito l’ex ministro dei Trasporti. L’informativa alla Camera dei deputati è iniziata alle 11 ma l’esito lo si conosce già: l’esponente del Nuovo centrodestra, finito nella bufera mediatica per le notizie sull’inchiesta della procura di Firenze riguardanti le grandi opere, ha annunciato le dimissioni ieri pomeriggio, durante la registrazione di Porta a porta. «Non ho perso né l’onore – ha spiegato – né la passione». Ma le ombre sul ministro erano ormai diventate insostenibili e avevano fatto crescere i malumori non solo delle opposizioni, Movimento 5 stelle e Sel in particolare, ma anche del Partito democratico. «Faccio un passo indietro – ha aggiunto Lupi – ma ora lasciate stare la mia famiglia». Il riferimento è a suo figlio, Luca Lupi, che ha ricevuto sia un Rolex da 10mila euro come regalo di laurea («ho sbagliato a non farglielo restituire», dirà il ministro) sia un posto di lavoro dall’ingegnere Stefano Perotti, ora in carcere con l’accusa di aver preso parte al sistema di tangenti all’interno degli appalti per le grandi opere infrastrutturali. Non solo: un viaggio pagato alla moglie di Lupi e una cena organizzata per reperire fondi “nell’interesse del ministro” – come si legge dalle intercettazioni – hanno aumentato i mal di pancia nella maggioranza. Né Lupi né i suoi famigliari sono indagati, ma per una questione di opportunità politica il passo indietro era diventato inevitabile. Plaude alla scelta del ministro il premier Matteo Renzi, che nei giorni scorsi non aveva preso posizioni ufficiali ma ieri mattina ha tenuto un vertice a Palazzo Chigi e, secondo indiscrezioni filtrate dal palazzo, avrebbe chiesto direttamente a Lupi di valutare autonomamente le dimissioni. Anche perché non è prevista dalla Costituzione la possibilità per il presidente del Consiglio di sollevare dall’incarico un ministro. E adesso si apre una nuova partita politica: il posto lasciato libero al dicastero dei Trasporti, in aggiunta alle recenti dimissioni di Carmela Lanzetta, ex ministro degli Affari regionali, pone la maggioranza di fronte alla necessità di individuare due sostituti. Per le Infrastrutture, Renzi potrebbe assumere l’incarico ad interim, ma sui giornali è comunque partito il toto-nomi: qualcuno scommetterebbe sull’attuale capo dell’Anticorruzione Raffaele Cantone; altri pensano a una figura politica di fiducia come Luca Lotti, attuale sottosegretario con delega all’Editoria. In tal caso, il Nuovo centrodestra otterrebbe la nomina del coordinatore ed ex ministro Gaetano Quagliariello agli Affari regionali. Secondo fonti parlamentari raccolte dall’Ansa, Maurizio Lupi potrebbe diventare il prossimo capogruppo Ncd alla Camera.
Roberto Rotunno