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L'Unhcr lascia Tripoli
per problemi di sicurezza
La scelta arrivata ieri

Inviato ONU in Libia: "Tregua non c'è"

Vertice a Palazzo Chigi sulla Libia

di Serena Console31 Gennaio 2020
31 Gennaio 2020

epa07001463 Migrants sit at Njila detention center after they fled from another center near the airport due to fighting between rival factions, in Tripoli, Libya, 05 September 2018 (issued 06 September 2018). According to media reports, hundreds of migrants fled from the detention center near the airport after fighting between rival armed factions raged. Libyan factions on 05 September signed a ceasefire agreement aimed at ending 10 days of fighting that has left at least 60 people dead. EPA/STR

L’Unhcr, l’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati, ha deciso di sospendere il suo lavoro operativo presso il centro per i rifugiati di Tripoli, capitale della Libia. La dura scelta è stata comunicata nella serata di ieri, avanzando come motivazione il timore connesso “alla sicurezza e la protezione delle persone presso la struttura e i suoi partner nel mezzo del peggioramento del conflitto in Libia”. Poco prima è arrivato il duro commento dell’inviato speciale dell’Onu in Libia Ghassan Salamè che, parlando in videoconferenza al Consiglio di Sicurezza, ha denunciato le continue violazioni degli impegni assunti a Berlino. “La tregua regge solo di nome”, ha detto Salamè. Oggi a Palazzo Chigi vertice per discutere modifiche agli accordi con la Libia.

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