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HomePolitica L’Umbria svolta a destra, Tesei al 58%
Salvini: Conte presidente momentaneo

L'Umbria svolta a destra
Donatella Tesei presidente
con un distacco di 20 punti

Conte: "Risultato da non trascurare"

Zingaretti: "Ko netto, rifletteremo"

di Laura Bonaiuti28 Ottobre 2019
28 Ottobre 2019

È una vittoria schiacciante quella del centrodestra nelle elezioni regionali in Umbria. La coalizione guidata da Donatella Tesei si prende la scena con una vittoria che sfiora il 60%. Mentre Vincenzo Bianconi, candidato del centrosinistra, resta sotto il 40%. Briciole per le altre liste. I numeri, intorno alle 23, sembrano subito impietosi dopo i primi exit poll. Con le proiezioni i dati non si discostano, se non di qualche decimale. Numeri confermati anche dallo spoglio dei voti reali.

Tesei ottiene il 57,5% dei consensi (suddivisi fra Lega al 36,9%, FdI al 10,4%, FI 5,5%, Tesei Presidente 3,9%, Umbria Civica 2,1%), mentre il candidato del centrosinistra Bianconi si ferma al 37,5% (Pd 22,3%, M5S 7,4%, Bianconi per l’Umbria 4%, Sinistra Civica Verde 1,6%, Europa Verde Umbria 1,4%).

Poco prima dell’una di ieri notte, il candidato del centrosinistra Vincenzo Bianconi ha telefonato a Donatella Tesei per congratularsi per la vittoria. “Abbiamo scritto una pagina di Storia, è la festa della democrazia”, dice Matteo Salvini parlando da Perugia, dove ha atteso i risultati con la futura neo-governatrice Donatella Tesei. “Fratelli d’Italia e Lega insieme sono al 50%”, aggiunge invece Giorgia Meloni. “Ho fatto e rifarei questa battaglia”, rimarca lo sconfitto Vincenzo Bianconi, che si presenta in conferenza stampa accolto dall’applauso dei suoi.

I vincitori. La prima a parlare stamane è proprio la neoeletta Tesei: “È un’impresa storica, è importantissima per questa regione che ha saputo dimostrare una grande forza e determinazione di credere, questa volta, in un progetto di cambiamento. Dedico questa vittoria all’Umbria, ai cittadini che hanno saputo dimostrare di avere una dignità e di saperla difendere”.
“Indietro non si torna, la strada è tracciata”. Così il leader della Lega Matteo Salvini a Perugia, nella conferenza stampa sul voto in Umbria, rispondendo a una domanda sull’ipotesi di un ritorno con il M5s.
Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d’Italia, si sbilancia: “Cosa il Governo farà non lo so dire, chiaramente per come vedo io le cose, con il mio carattere, avrei rassegnato le dimissioni ieri stesso. Quando tutto il Governo che si presenta in chiusura di campagna elettorale in Umbria, sono loro che stanno mettendo la fiducia sul governo, come se ci fosse bisogno ancora di sapere che gli italiani non vogliono questo governo”.

I vinti. Il voto in Umbria è “un test da non trascurare affatto” ma “noi siamo qui a governare con coraggio e determinazione, il nostro è un progetto riformatore per il Paese. Un test regionale non può incidere, se non avessimo coraggio e lungimiranza sarebbe meglio andare a casa tutti”, ha spiegato ai cronisti Giuseppe Conte. “Bisogna capire se questa alleanza, alla luce dei risultati, deve andare avanti o non ha funzionato”: lo afferma il vicesegretario del Pd Andrea Orlando a Agorà su Rai Tre, sostenendo come per andare avanti “serva un comune sentire nel governo”.
“Non credo che si possa prendere una decisione a caldo come se ci fosse un solo decisore. Il Movimento è una forza democratica, se decidesse uno solo sarebbe un guaio grosso”. Così Dino Giarrusso, europarlamentare del Movimento 5 Stelle, sempre ad Agorà alla domanda se fosse archiviata l’alleanza con il Pd alle elezioni regionali.

Matteo Orfini, parlamentare del Partito Democratico, rincara la dose su Twitter: “Se perdi combattendo per le tue idee, sulla sconfitta puoi costruire. Se perdi sacrificando le tue battaglie ad alleanze innaturali, puoi solo perdere ancora. Torniamo a batterci per le nostre idee, anche se sembra difficile. Anzi, soprattutto perché sembra difficile”.

Enrico Rossi, tornato nel Pd qualche mese fa, è netto: “Conviene perdere da soli perché tra noi e Movimento 5 Stelle ci sono differenze di valori nella concezione politica e nelle proposte concrete tali che una sconfitta, che in democrazia è sempre possibile, conviene averla sulla base però della visione della sinistra. Come abbiamo visto il Movimento 5 Stelle è un movimento che esprime una protesta che, quando poi diventa governo o si propone di diventare governo, o non ce la fa o curva a destra, e alimenta quindi le forze di destra”.

Renzi resta fermo sulla sua scelta di non appoggiare questa maggioranza: “Una sconfitta scritta figlia di un accordo sbagliato nei tempi e nei modi. Lo avevo detto, anche privatamente, a tutti i protagonisti. E non a caso Italia Viva è stata fuori dalla partita. In Umbria è stato un errore allearsi in fretta e furia, senza un’idea condivisa, tra Cinque Stelle e Pd. E non ho capito la ‘genialata’ di fare una foto di gruppo all’ultimo minuto portando il premier in campagna elettorale per le regionali”.

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