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HomeSport L’ultima partita del Maestro. A New York Andrea Pirlo dice addio al calcio

L'ultima partita del Maestro
A New York Andrea Pirlo
dice addio al calcio

Il giocatore lascia per gli infortuni

Il ricordo della sua carriera vincente

di Valerio Toma06 Novembre 2017
06 Novembre 2017

Cala il sipario sulla carriera del Maestro. A New York Andrea Pirlo ha giocato la sua ultima partita nel calcio professionistico. Patrick Viera, ex giocatore e ora allenatore del Ny City, gli ha concesso gli ultimi minuti durante il ritorno della semifinale della Estern Conference contro il Columbus Crew. Al suo ingresso tutti i tifosi dello Yankee Stadium, compresi i supporters avversari, hanno regalato al centrocampista bresciano una lunga standing ovation. Alla fine la squadra della Grande Mela ha perso ed è stata eliminata, ma Pirlo ha ricevuto la giusta ricompensa per la sua brillante carriera.

Il suo addio era stato già annunciato un mese fa. «Alla mia età ci sta di dire basta. Non è che puoi andare avanti per forza fino ai 50», aveva dichiarato Pirlo alla Gazzetta dello Sport. In effetti l’ultimo anno è stato particolarmente sofferto per il centrocampista. A causa di un infortunio al ginocchio ha saltato molte partite: solo 15 match giocati su 32.  «Dove c’è la rotula non ho più la cartilagine. Quando è venuta la Juve in tournée a fine luglio, mi sono fatto vedere anche dal loro medico. Ma c’è poco da fare»

Una stagione da comparsa non può comunque cancellare una carriera da protagonista. In 25 anni di calcio Pirlo ha vinto tutto: tra i trofei più prestigiosi il mondiale nel 2006, i sei scudetti vinti tra Milan e Juventus,  le due Champions League e il Mondiale per club conquistati con i rossoneri. Nel 2011 Pirlo  passa alla Juventus dopo una serie di infortuni al Milan, che lo vedono relegato ai margini della squadra. Per il calciatore è una rinascita: il giocatore prende le redini del centrocampo è diventa un uomo indispensabile nell’undici di Conte.

Gli appassionati di calcio lo ricorderanno per i suoi lanci millimetrici e per le sue punizioni “maledette”. Memorabile il suo rigore di cucchiaio contro l’Inghilterra durante gli europei del 2012. In molti lo chiamavano, oltre al Maestro, anche Trilly Campanellino: in ogni sua giocata metteva un po’ di polvere magica.

 

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