Nel 2019 il Pil italiano crescerà dello 0,2%. È quanto scrive la Commissione Europea nelle nuove stime sull’economia del nostro Paese, che prevedono “un’attività economica anemica” soprattutto nella prima metà dell’anno. Un taglio record dell’1% rispetto alle ipotesi dello scorso novembre, che anticipavano una crescita fino all’1,2% del nostro prodotto interno lordo.
“La revisione è dovuta all’incertezza di policy globale e domestica e a una prospettiva degli investimenti molto meno favorevole”, fanno sapere da Bruxelles. Tra i maggiori stati membri dell’Unione, anche Germania e Olanda hanno subito un taglio considerevole, per entrambe dello 0,7%. Anche per il Fondo monetario internazionale l’Italia resterà il fanalino di coda nella zona euro, con una stima di crescita inferiore all’1% fino al 2023.
“Abbiamo già smentito tante voci in soli sette mesi, smentiremo anche il Fmi”, ha scritto su Facebook il vicepremier Luigi Di Maio. “Chi ha affamato popoli per decenni appoggiando politiche di austerità – ha proseguito – non ha la credibilità per criticare”.
Mentre il presidente del Consiglio Giuseppe Conte da Beirut conferma “le nostre valutazioni di crescita”, il ministro dell’Economia Giovanni Tria, intervenuto in Aula alla Camera, si dice in disaccordo con il rapporto, perché “sottovaluta la necessità di sostenere la crescita in Italia e in Europa e il ruolo delle politiche adottate dal governo a questo fine. Sottolineo che si tratta di una stima preliminare e di una battuta d’arresto più che di vera recessione”.
Vincenzo Boccia, presidente di Confindustria, chiede un confronto con l’esecutivo. “Se tutti avvertono un rallentamento – ha dichiarato – questo non vuol dire che c’è un complotto contro l’Italia, ma un dato previsionale con cui fare i conti”.
Intanto, lo spread è in rialzo e ha toccato anche quota 284 punti base dopo la chiusura di ieri a 269,5. Il rendimento del decennale italiano è passato dal 2,85% di ieri al 2,96% di questa mattina, tornando così ai livelli di dicembre.