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L’UE minaccia l’Ilva, acciaio sempre più in crisi in Italia

di Stelio Fergola17 Aprile 2014
17 Aprile 2014

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Le vicende dell’ Ilva non smettono di generare conseguenze. E’ di oggi la notizia che la Commissione Europea ha appena dichiarato di voler valutare una possibile procedura di infrazione ai danni dell’acciaieria italiana per violazioni alle direttive sulla Responsabilità Ambientale e sulle Emissioni Industriali dello stabilimento di Taranto. Oggetto dell’azione della Commissione sono alcune procedure che l’Ilva avrebbe avviato senza autorizzazione da parte del Governo, che avrebbe lasciato cadere in prescrizione l’eventuale violazione senza pretendere chiarimenti.

L’azienda ha risposto dichiarando che nel corso del 2013 l’attività produttiva non ha avuto alcuna ripercussione sull’ambiente, ma la questione è destinata ad essere approfondita nei prossimi mesi, come dimostra il documento che da Bruxelles sta per raggiungere Roma, che analizza tutte le incognite rilevate sull’attività di Ilva nell’ultimo anno.

Le indagini sull’Ilva si inseriscono nel contesto più ampio della crisi economica dell’acciaio, testimoniata dal crollo verticale della produzione italiana nel 2013, calata del 12,2%, una percentuale decisamente più elevata della media europea che nello stesso periodo si è attestata sul -3,8%.

Le previsioni per l’anno corrente sono tuttavia moderatamente positive, come aveva anticipato “il Sole 24 Ore” a fine gennaio. Pur non potendo riprendere il ritardo di quest’anno, si prevede infatti un recupero di pochi punti percentuali, soprattutto grazie ai settori automobilistico e meccanico, le cui richieste potrebbero aumentare del 3,1 e del 3,6%.

Il presente resta però grigio, come testimonia la chiusura delle Acciaierie di Piombino appena decisa dal Governo, che mette a rischio circa 3000 famiglie di metalmeccanici. I segretari di Fiom, Fim e Uilm hanno incontrato ieri il responsabile governativo Pietro Nardi per negoziare sulle questioni contrattuali, argomento sul quale Nardi avrebbe dichiarato disponibilità. Nessuna garanzia sulla possibilità, per Piombino, di avere ancora un futuro roseo nella produzione dell’acciaio.

Stelio Fergola

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