Ieri centinaia di componenti del movimento lotta per la casa si sono stretti in presidio permanente in piazzale Ostiense a Roma, attorno alla Piramide Cestia.
La manifestazione era collegata al grande corteo previsto per domani che partirà sempre da Piramide e avrà come scopo imporre alle istituzioni il rispetto degli impegni presi con
la recente delibera dedicata all’emergenza abitativa, che però, dopo le iniziative giudiziarie, sembra essersi arenata. La delibera era stata formulata con un “Piano straordinario per l’emergenza abitativa” che prevedeva “la rigenerazione urbana e l’acquisizione del patrimonio immobiliare privato a prezzi calmierati.”
Il Coordinamento Cittadino di lotta per la casa è il primo movimento autorganizzato sul diritto alla casa che nasce a Roma. La protesta iniziò nel 1988, con l’occupazione della case di san Basilio quartiere estremamente degradato alla periferia nord est della capitale. Dopo il 1996 il Coordinamento lanciò la battaglia per il riconoscimento dello “stato di emergenza” nella città di Roma e da quel momento iniziò una nuova dura fase di lotta che portò, nel settembre 1999, alla prima ratifica del “Protocollo sull’emergenza abitativa” che a Roma prevedeva 170 miliardi di vecchie lire per gli acquisti di nuove case popolari e in più i finanziamenti per altri sei progetti di autorecupero ed altri interventi in alcune periferie romane. I tempi di approvazione e di attuazione furono però infiniti e l’emergenza crebbe.
Nel 2001 Walter Veltroni fu eletto sindaco di Roma. Intanto l’emergenza, che nei fatti ancora aspetta di essere sanata, ormai esplose. Le tende, le baracche, la gente che dormì nelle automobili, tra i ruderi, sulle sponde del Tevere e dell’Aniene, italiani e migranti, non si contarono più
Da allora fino ad adesso il Movimento di lotta per la casa continua le sue battaglie per il diritto all’abitare, insieme a tutti quei Comitati e a quei cittadini che non hanno mai smesso di sognare e praticare una città diversa, una vita diversa.
Stefania Fava