HomeCronaca Los Roques, recuperati i corpi di Missoni e degli altri tre italiani. Ancora sconosciute le cause dell’incidente

Los Roques, recuperati i corpi di Missoni e degli altri tre italiani. Ancora sconosciute le cause dell’incidente

di Mariangela Cossu17 Ottobre 2013
17 Ottobre 2013

E’ iniziata a Los Roques, in Venezuela, l’operazione di recupero dei cadaveri sul luogo del disastro aereo in cui il 4 gennaio scorso persero la vita Vittorio Missoni, la moglie Maurizia Castiglioni, due amici della coppia, il pilota German Marchant e il suo copilota. I corpi erano rimasti intrappolati nel relitto dell’YV-2615 precipitato in mare e sono stati ritrovati con le cinture ancora allacciate. Le autorità venezuelane hanno anche previsto una perizia sulla carcassa dell’aeromobile che servirà a stabilire le cause dell’incidente, se si sia trattato di un errore umano o di un’avaria tecnica. Le spoglie delle vittime della sciagura sono state messe a disposizione dell’autorità giudiziaria per l’autopsia. Intanto la polizia venezuelana mantiene il più stretto riserbo sul ritrovamento. Dalla famiglia Missoni ancora nessun commento.
La scomparsa. Per le feste di fine anno, lo stilista aveva deciso di passare qualche giorno di riposo a Los Roques con la moglie e una coppia di amici, Elda Scalvenzi e il marito Guido Foresti, e quello spostamento aereo verso Caracas avrebbe segnato la fine della vacanza: il gruppo sarebbe infatti ripartito per l’Italia con un volo nella notte. Alle 13 di quel venerdì 4 gennaio i due piloti venezuelani del bimotore decollato pochi istanti prima da Los Roques hanno comunicato con la torre di controllo dell’aeroporto di Caracas “Simon Bolivar”, segnalando che tutto era normale. Poi il silenzio più assoluto, nessuna traccia, né pista concreta, solo tante incognite e supposizioni. Questo fino al 26 giugno scorso quando, il portavoce del ministero degli Interni di Caracas, Jorge Galindo, annunciò su twetter il ritrovamento del piccolo Islander del 1968. L’aereo si trovava a 76 metri di profondità ed era spezzato in diversi punti.
L’operazione di recupero, a nord di Cayo Carenero, era stata avviata lunedì da un team di esperti del governo e delle forze armate venezuelane. Nelle ultime ore ha permesso di riportare in superficie una parte dei resti umani degli occupanti del velivolo, poi sarà la volta del relitto dell’aereo che permetterà di indagare accuratamente sulle cause della tragedia.
Il precedente. Pochi giorni prima, il 20 giugno, era stato ritrovato anche il relitto del velivolo con a bordo 14 persone disperso esattamente cinque anni prima, il 4 gennaio 2008, sulla stessa rotta, a 10 miglia nautiche da Los Roques. Tra le vittime anche 8 italiani: due amiche bolognesi, Rita Colanni e Annalisa Montanari, la famiglia di Treviso di Paolo Durante che viaggiava con la moglie Bruna Guarnieri e le piccole Emma e Sofia di 6 e 8 anni, i neosposi di Roma Stefano Fragione e Fabiola Napoli. Queste tragedie, rese ancora più misteriose da una totale mancanza di spiegazioni tecniche nonché razionali, sono servite ad alimentare il mito del “triangolo maledetto” che rende questo paradiso, frequentato da milioni di turisti, una sorta di oasi misteriosa.

 Mariangela Cossu

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