L’essere umano nasce come rete protesa verso il mondo, bisognoso di costruire rapporti sociali con i propri simili, attraverso quel senso di responsabilità che gli consenta di cogliere il valore della libertà altrui. Lancia un messaggio profondo Lorenza Lei, già direttore generale della Rai, oggi presidente di RaiPubblicità e docente di Alta Qualifica alla facoltà di Architettura de La Sapienza, descrivendo, nel suo nuovo libro intitolato “ET_NET la rete delle reti”, edito da Rubettino, un viaggio nel concetto di “rete” intesa come strumento indispensabile per lo sviluppo della democrazia e della libertà dei popoli. La rete non è soltanto un insieme di dati, numeri, cifre che “tatuano” indelebili il web e i sentieri della comunicazione, ma costituisce la rappresentazione del nostro stesso esistere.
Presentando agli studenti il suo nuovo volume, al Centro Studi Americani di via Caetani, a margine di un incontro che ha visto gli interventi di Michela Corsi, dirigente MIUR, don Paolo Benanti, Ernesto Paolozzi, docente di Filosofia Contemporanea all’Istituto Suor Orsola Benincasa di Napoli, e di Fabio Perugia, portavoce della Comunità ebraica di Roma, Lorenza Lei, spaziando dagli intrecci degli acquedotti romani allo ius, dalla rete del pescatore fino ad arrivare al contemporaneo Facebook (pur rivelando di non avere volutamente un account), ha ripercorso tutti i vari tipi di rete, a suo avviso possibili, presenti nella nostra esistenza ed in quella dei popoli antichi.
In queste fitte maglie intrecciate dalle rapide dita della tecnologia, i valori, l’etica, la deontologia rischiano però di scivolare, smarrendosi tra gli infiniti e talvolta dannosi buchi. Ed è per questo che, secondo Lorenza Lei, “è necessario navigare nel mondo delle reti con mente aperta, responsabilità e spirito di osservazione”.
In un contesto in cui – come ha dichiarato Paolo Benanti – genitori e insegnanti appaiono come “immigrati digitali” in un web caratterizzato da un’esplosione di dati, non esiste, oggi, un uso neutrale della tecnologia che appiani le differenze generazionali. La rete rappresenta “un luogo – come l’ha definito la Lei – in cui è facile mascherarsi, ma è altrettanto semplice essere smascherati”, in cui occorre una certa etica per addentrarsi, con responsabilità e consapevolezza, nei suoi smisurati e incommensurabili percorsi.
Samantha De Martin