La nuova stretta del governo sulle misure anti-Coronavirus, comunicata nella notte di sabato e in atto da oggi, scatena ancora una volta la protesta delle opposizioni. Mentre il premier Giuseppe Conte invita i cittadini a rispettare i divieti, il leader della Lega, Matteo Salvini parla di un Paese nel caos e chiede la riapertura del Parlamento. Giorgia Meloni di Fratelli d’Italia, paragona le comunicazioni di Conte a quelle “di un regime” e Silvio Berlusconi accusa il governo di non “sapersi confrontare”. A difendere il premier Conte il ministro per i Beni culturali, Dario Franceschini, che, in un video su Twitter, chiede uno stop alle polemiche ed esorta i leader dei partiti ad andare avanti insieme.
“Verrà il tempo dell’analisi e degli scontri, ma ora non possiamo permetterci le polemiche. Lo dico ai leader dell’opposizione, a Berlusconi, Salvini, Meloni, ai sindaci e ai presidenti delle regioni di tutti i colori politici: tornerà il tempo dello scontro, ma adesso stiamo giocando tutti nella stessa squadra, la Nazionale. Siamo italiani e basta. Se ognuno di noi farà semplicemente il proprio dovere presto ce la faremo”.
Tra i motivi di scontro la chiusura delle fabbriche, una decisione particolarmente difficile da prendere, ma secondo Conte “necessaria”. Il braccio di ferro con Confindustria è durato quasi due giorni, prima che il Decreto con le nuove restrizioni fosse pronto. Vana la lunga lettera inviata al presidente del Consiglio dal presidente di Confindustria Boccia, che aveva chiesto al premier di rivedere la decisione di chiudere le fabbriche che producono beni “non essenziali”. Dura la presa di posizione dei sindacati Cgil, Cisl e Uil dopo la firma da parte del presidente del consiglio del decreto. “Di fronte all’emergenza non tutto è essenziale. Il valore della vita e della salute non ha prezzo e non può essere barattato con nessuna ragione economica, lo stesso protocollo sottoscritto una settimana fa a difesa della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro non è stato ovunque applicato con rigore e puntualità”.
Sulla vicenda è intervenuto, su Facebook, anche il leader di Italia Viva, Matteo Renzi con un post: “Tutti litigano sulla chiusura delle fabbriche: sindacati contro industriali, governo contro regioni. Ma la vera sfida dell’Italia è chiarirsi bene su come e quando riaprire. Nulla sarà più come prima: ci giochiamo tutto. Spero che il Parlamento possa almeno discuterne”.
In Lombardia, il governatore della Regione Attilio Fontana, rispondendo su Radio 24 alla domanda se l’ordinanza emanata venerdì dalla Regione Lombardia e il nuovo decreto del Governo siano sovrapponibili, ha dichiarato che sta “Cercando di chiarire quale dei due è in vigore”. Ma, se dovesse prevale il Dpcm varato da Conte “ne prenderò atto. Con ciò credo di poter legittimamente dire che, secondo me, era il più giusta la mia ordinanza”.