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HomeEsteri Londra, Caracciolo: “colpito luogo storico, non ci sono lupi solitari”

Attentato a Westminster
l'analisi di Caracciolo
"Colpito luogo della storia"

Il direttore di Limes a Lumsanews

"Non ci sono lupi davvero solitari"

di Salvatore Tropea23 Marzo 2017
23 Marzo 2017

«È stato colpito un luogo simbolo, il primo Parlamento della storia, con la modalità di fare fuori più persone possibili» sono le parole di Lucio Caracciolo, direttore della rivista Limes e uno dei massimi esperti italiani di geopolitica. Intervistato da Lumsanews ha posto inoltre l’accento sul problema della sicurezza, con il quale l’Occidente deve convivere, compreso il nostro Paese che non è esente da rischi.

«Le modalità sono purtroppo quelle classiche che sono state descritte un paio di anni fa nella rivista di Al Qaeda “Inspire”, in cui si spiegava come fosse dovere di tutti i combattenti di Dio prendere le armi contro gli infedeli e i traditori e, quando non fossero disponibili le armi, servirsi di tutti i mezzi disponibili, compresi i Pick-Up, gli autocarri, le vetture in grado di fungere da “tagliaerba”, questa era la dizione utilizzata, dove per tagliaerba si intendeva fare fuori più persone possibili con dei camion muovendoli a zig zag tra la folla. Quindi questa è una tecnica che abbiamo visto attuata in maniera molto più potente a Nizza, con effetti per fortuna molto più limitati a Londra, ma la tecnica è la stessa».

Perché proprio Westminster?

«È chiaro il valore simbolico di Westminster, cioè del primo Parlamento della storia, il Parlamento per eccellenza, è formidabile la visibilità ed è garantita, che è quello che interessa a questa gente. Infatti l’eco mediatica è pari all’importanza del bersaglio, anche se poi il bersaglio in realtà non è stato raggiunto, è stato raggiunto molto parzialmente».

Queste modalità di attaccare con qualsiasi mezzo, senza armi pesanti e senza addestramento, portano l’Europa e l’Occidente ad avere un grosso problema di sicurezza?

«Dobbiamo in qualche modo convivere con questa realtà perché non sono necessarie armi particolari. È chiaro che gli effetti di questo tipo di attentato sono relativamente minori rispetto a quelli che possono essere compiuti da chi è dotato di armi importanti o addirittura da chi riesce a dotarsi di armi di distruzione di massa, ma per il momento per fortuna questa linea rossa non è stata superata».

Ci sono stati degli arresti, si può parlare di una cellula oppure è l’ennesimo caso di un lupo solitario?

«Diciamo che i lupi solitari non sono mai completamente solitari, perché vivono in ambienti nei quali trovano in qualche modo appoggio, incoraggiamento e finanziamenti. Questi di Birmingham (gli uomini arrestati oggi ndr) erano probabilmente già stati individuati come parte di un network di questo genere. Consideriamo che i servizi inglesi hanno una tradizione di infiltrazione nelle cellule jihadiste piuttosto sviluppata, qualche volta poi magari perdono di vista la differenza tra un loro uomo e un uomo altrui»

Nell’ultimo anno e mezzo prima la Francia, poi il Belgio, adesso l’Inghilterra. L’Italia che cosa deve temere? quanto è esposta a questo rischio?

«L’Italia deve temere il fatto che finora non ci sono stati attentati degni di nota in questo Paese. È chiaro che dal punto di vista statistico le probabilità di un evento analogo in Italia aumentano quanto più il tempo passa e quanto più avvengono attentati simili. Dall’altra parte però che non siano avvenuti e non ci siano state vittime in Italia è un dato da un certo punto di vista confortante perché significa che probabilmente l’interesse di questi signori per noi è limitato o quanto meno è limitato al fatto che ci si sta bene per riposarsi tra un attentato e l’altro».

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