“London Bridge is down”. Quando un funzionario di corte si rivolgerà al primo ministro britannico, Theresa May, usando queste parole la regina Elisabetta II sarà morta.
Da quel momento scatterà l’operazione London Bridge predisposta per il decesso della sovrana. Un piano, fino ad oggi segreto, la cui elaborazione è cominciata già negli anni sessanta e che è stato via via aggiornato.
A rivelare la frase in codice è il quotidiano britannico The Guardian. Lo stesso giornale ha provato a ricostruire l’operazione descrivendo in un lungo articolo il complesso meccanismo pronto a scattare nel Regno Unito subito dopo la scomparsa della sovrana, sebbene lei appaia in grandissima forma nonostante i suoi 90 anni.
I sudditi però non vogliono farsi trovare impreparati e da anni, a tutti i livelli, c’è chi si prepara per quando quel giorno arriverà. L’operazione London Bridge inizia quindi avvertendo il capo di governo e subito dopo vengono raggiunti gli altri Paesi dove Elisabetta II è capo di Stato, per poi informare tutte le capitali degli Stati del Commonwealth. Intanto una notizia flash viene inviata all’agenzia di stampa britannica Press Association e ai media di tutto il mondo simultaneamente. Da quel momento si aprirono lunghe dirette sulle televisioni e i siti web dedicati all’argomento, con ospiti che sono stati già prenotati da tempo per intervenire.