«Il referendum del prossimo 22 ottobre in Lombardia non ha nulla in comune con il referendum per l’indipendenza della Catalogna». Queste le parole di Alessandro Cattaneo, responsabile dei comitati di Forza Italia per l’autonomia delle regioni lombardo-venete, che hanno fatto chiarezza sulla questione.
Il referendum che si terrà in Lombardia e in Veneto, infatti, è di tipo consultivo: verrà chiesto ai cittadini di esprimersi sull’eventuale autonomia fiscale delle due regioni. Una consultazione «che perfettamente si inserisce in un legittimo percorso costituzionale. Nessun vuole mettere in dubbio l’unità nazionale» ha precisato Cattaneo. Diverso, quindi, da quanto è accaduto ieri in Spagna, dove il 90% dei catalani ha votato – senza l’autorizzazione del governo centrale di Madrid – per l’indipendenza politica della Regione.
Il quesito che la Lega Nord sottoporrà ai cittadini, quindi, riguarderà esclusivamente la Padania, un territorio privo di unità politica e amministrativa, a differenza della Catalogna dove invece vi è la Generalitat, il sistema amministrativo-istituzionale per il governo autonomo della comunità. In Italia, nella pratica, sarà chiesto agli abitanti delle regioni in ballo se vogliono o meno che la giunta regionale ponga una determinata richiesta allo Stato: ottenere maggiore autonomia appellandosi all’articolo 116 della Costituzione, terzo comma. Un’istanza, prevista dalla riforma costituzionale del 2001, che dà la possibilità alle regioni con un bilancio in equilibrio di chiedere allo Stato di concedergli nuove competenze oltre a quelle previste per le regioni a statuto ordinario.
L’ultima novità della consultazione lombardo-veneta è il voto elettronico, per il quale sono stati acquistati ventiquattromila tablet. Al voto digitale si potrà accedere semplicemente con la carta d’identità e senza la tessera elettorale. Nel frattempo si sollevano le polemiche tra chi è favore e contrario alla consultazione. Per quest’ultimi, il referendum potrebbe essere utilizzato dalle forze politiche che spingono all’indipendentismo come mezzo per chiedere successive rivendicazioni.