Il sostituto procuratore generale della Cassazione Pasquale Fimiani ha sostanzialmente confermato la sentenza della corte di appello di Milano sulla causa civile legata al lodo Mondadori, datata 2011. Il risarcimento a favore della Cir, di 564,2 milioni di euro, è stato considerato legittimo ma sovradimensionato: Fimiani ha chiesto lo sconto del 15 %. Rifiutati 14 dei 15 ricorsi presentati da Fininvest: “La sentenza di Milano è valida. Ci sono dei punti in cui avrebbe potuto essere motivata meglio – ha sostenuto Fimiani – e io ho suggerito al collegio dove è possibile intervenire”. Il giudizio della Corte di Piazza Cavour (presidente Francesco Trifone, relatore Giacomo Travaglino, giudici Maurizio Massera, Margherita Chiarini, Angelo Spirito) è atteso per agosto.
Le reazioni degli avvocati della Cir. Gli avvocati della Cir hanno valutato positivamente la requisitoria, soprattutto perché si conferma il diritto al risarcimento, che veniva messo in discussione dalla Finivest. Secondo Fimiani infatti Cesare Previti, l’avvocato di Silvio Berlusconi condannato per la corruzione dei magistrati nella sentenza venduta sul lodo Mondadori, agiva in favore di Fininvest “con lo stesso rapporto che lega un promotore finanziario alla banca: per questo dalla sua responsabilità penale nella corruzione del giudice Metta discende la responsabilità civile di Fininvest nel giudizio di risarcimento in favore di Cir”. Comunque il parere di Vincenzo Roppo, Niccolò Lipari ed Elisabetta Rubini, legali di Carlo De Benedetti, è che “non c’è stato alcun illecito arricchimento, e tanto meno una “over compensation” dal momento che in appello per Fininvest c’è già stato uno sconto di circa 212 milioni di euro”.
Il parere della difesa di Fininvest. Secondo la difesa della società di Silvio Berlusconi, invece, la Cir “non ha rispettato le regole per impugnare la sentenza che annullò il Lodo Mondadori”. E comunque non dovrebbe essere riconosciuto il risarcimento “astronomico” accordato in appello. Uno dei grandi errori commessi dalla Cir, sostengono l’ex giudice costituzionale Romano Vacarella, Giorgio De Nova, e Giuseppe Lombardi, legali della Fininvest, è non aver chiesto la revocatoria della sentenza frutto di corruzione, scegliendo la sola strada della richiesta del risarcimento del danno. “Questo significa aver fatto a pezzi i codici civili” hanno dichiarato gli avvocati.
“Un furto in piena regola”. Silvio Berlusconi ha sempre considerato il risarcimento di oltre 500 milioni di euro da versare a De Benedetti “un furto in piena regola”. E non cambia molto se il procuratore generale della Cassazione ha chiesto di ridurre l’indennizzo del 15 %, cioè circa 80 milioni. Per l’ex premier, secondo quanto emerso dalle sue conversazioni private, si tratterebbe solo di una sorta di “mancia”. L’impressione del Cavaliere è che ci sia sempre un accanimento della magistratura nei suoi confronti, come dichiara a La Discussione, in un’intervista che uscirà domani: “Vogliono farmi fuori sul piano patrimoniale, sul piano dei diritti politici e civili e sul piano della libertà personale”.
Domenico Mussolino