L’Odin Teatret abbraccia la Capitale. La compagnia teatrale di Eugenio Barba sarà in scena fino a questa domenica al Teatro Valle con la mostra “Gli spazi segreti dell’Odin Teatret”. Si sposterà poi al villino Corsi di Villa Pamphilj, dove resterà sino al 24 febbraio. L’obiettivo è quello di raccontare un teatro diverso, che si discosta dai canoni classici e sconfina nella riflessione sulla fragilità dei nostri tempi.
Si tratta di un progetto innovativo che ha origini lontane, precisamente il 1964, anno di nascita dell’Odin Teatret. Un’iniziativa che ha rivoluzionato il modo di concepire il lavoro dell’attore, facendolo interagire con lo spazio che lo circonda, uno spazio che estromette le strutture classiche del teatro per aprire il protagonista al mondo esterno, avvicinandolo al pubblico.
“Lo spazio non è mai innocente: ha occhi che ci guardano e ci obbligano a confessarci”, ha spiegato ieri al teatro Valle l’ottantaduenne regista, pugliese di nascita e danese di adozione. Il suo percorso artistico si snoda in oltre una settantina di produzioni, che vanno da Ferai (1969) a Le ceneri di Brecht (1980), sino al più recente The Tree. Quest’opera vuole rappresentare uno sguardo dolente e profondo sull’umanità, sul teatro dell’uomo e del mondo, partendo dai sogni di una bambina per arrivare alla crudeltà dei signori della guerra, in un racconto costruito attraverso immagini, suoni e azioni.
The Tree sarà eccezionalmente rappresentato dalla compagnia dell’Odin Teatret al Teatro Vascello dal 20 al 24 febbraio. Al Vascello si terranno anche seminari, dimostrazioni, spettacoli e incontri con gli attori dell’Odin. Sarà possibile parlare anche con Julia Varley, la principale interprete dell’Odin Teatret e da quasi quarant’anni icona del progetto e del pensiero di Eugenio Barba.