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HomePolitica Lobby a Bruxelles, più trasparenza sui costi. L’analisi di Openpolis

Lobby a Bruxelles
poca trasparenza sui costi
l'analisi di Openpolis

Secondo il registro Ue

20% delle organizzazioni in Belgio

di Giulia Turco17 Gennaio 2017
17 Gennaio 2017

Sono quasi 10 mila le organizzazioni iscritte al registro delle lobby per l’Unione Europea. Quasi la metà dichiara di spendere meno di 10.000 euro l’anno. Ma alcune risultano arrivare anche a 10 milioni. Una cifra enorme. Ma i dati forniti si basano sulle autocertificazioni che lasciano molti dubbi alla loro attendibilità.

Secondo i dati rilevati da Openpolis a inizio anno, delle organizzazioni iscritte al registro per la trasparenza, oltre la metà (51,07 %) appartengono alla macro categoria di lobbisti interni e associazioni di categoria, commerciali e professionali. Tra queste rientrano le associazioni commerciali e di categoria (22,52%), sindacati e associazioni professionali (6,84%). La seconda categoria più consistente risulta essere invece quella quelle organizzazioni non governative, che corrisponde a circa il 25% delle strutture accreditate.

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Il registro, strumento prezioso per il panorama europeo, è tuttavia fonte di possibili equivoci. Chi si accredita infatti, interpreta a modo proprio ciò che viene richiesto, generando così una base dati non uniforme e poco affidabile. Farne uno strumento più attendibile ed efficace è l’obiettivo di numerose organizzazioni che, come Alter-Eu e Transparency International, da tempo si battono per rinnovarlo. Tra i nodi fondamentali, una maggiore accuratezza che dovrebbe essere riservata proprio all’informazione sui costi. Nella fase di registrazione, alle organizzazioni viene chiesto di fornire una stima delle spese annue delle loro attività. Ora, il dubbio è che le dieci che hanno dichiarato cifre esorbitanti, possano aver interpretato la domanda come riferita al costo totale della struttura, e non alla sola attività di lobbying. La maggior parte infatti, riporta cifre molto inferiori: il 93,18% delle strutture dichiara di spendere meno di 500mila euro l’anno.

Un altro aspetto interessante è l’analisi della collocazione dei portatori di interesse attivi presso le istituzioni europee. Il registro di trasparenza ricostruisce infatti una mappa che indica le sedi delle organizzazioni accreditate. Il Belgio risulta essere il paese più ricco, con il 20,10 %. A seguire, Germania, Regno Unito, Francia e Italia. In termini di cifre, i primi tre paesi registrano ciascuno oltre mille delle circa 10.000 organizzazioni. Un numero importante viene registrato anche in zone extra-europee. Fra queste, emerge il peso di Stati Uniti con 335 strutture, e Svizzera, in cui hanno messo le radici 195 organizzazioni.

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