Alfredo Parisi è il presidente di FederSupporter, nonché promotore del Comitato “Salviamo il Flaminio”. Negli ultimi anni ha denunciato più volte il degrado in cui vive lo stadio Flaminio di Roma.
Quando ha avuto origine il degrado della struttura?
“È stato abbandonato a sé stesso circa otto anni fa, quando ha ospitato l’ultima partita tra Atletico Roma e Juve Stabia, valida per il campionato di calcio di serie C. Ma il Flaminio è un complesso sfruttato anche da altre discipline e non a caso ci ha giocato spesso la Nazionale italiana di rugby. Ora è nel più totale degrado: al suo interno cresce vegetazione incolta, ci sono tanti rifiuti e gli unici a utilizzarlo, secondo quanto si apprende, sarebbero gli spacciatori. Dal marzo 2017 abbiamo cercato di portare all’attenzione del Municipio la salvaguardia di un bene pubblico, teatro addirittura del recente omicidio di un clochard. Un fatto di cronaca che ha riportato il Flaminio all’attenzione dell’opinione pubblica nazionale, ma l’interesse poi si è sopito”.
La politica non ha davvero mosso un dito?
“Il Coni e il Comune di Roma si sono palleggiati le responsabilità della riqualificazione. Ora si ipotizza un bando di gara, sulla falsariga di quanto avvenuto a Londra con lo “Stamford Bridge”, lo stadio del Chelsea, che vede tra i comproprietari i cittadini della capitale inglese. È una richiesta che avevamo portato avanti con il Comitato, ma il progetto è stato abbandonato dalle Istituzioni, nonostante le formali richieste avanzate ai vari assessorati. A novembre dell’anno scorso stava per passare il cosiddetto “piano Calenda”, proposto dall’ex ministro e sottoscritto da Regione, Comune e sindacati, che prevedeva anche la ristrutturazione del Flaminio. Tuttavia il progetto sembra adesso sparito dai radar. Riteniamo assurdo lo sperpero di denaro per studi che poi non hanno un’attuazione concreta. Non credo vogliano investire e recuperarlo davvero. Ormai è un relitto che, collocato nel centro della città, non si presta a speculazioni di carattere immobiliare. Forse anche per questo il suo destino appare segnato”.
Avete provato a fare qualcos’altro per lo stadio?
“Sono stati avviati molti studi di fattibilità ma varie idee si sono scontrate con i tempi della burocrazia. Tuttavia i cittadini non hanno grande possibilità di incidere in queste situazioni. Avevamo provato a riqualificare la zona, ma ora sembra difficile che le Istituzioni ascoltino le nostre istanze. Riteniamo vergognoso il loro atteggiamento, non è stato possibile avviare un dialogo”.