L’Italia blinda i propri confini per far fronte alla minaccia del terrorismo, sospendendo momentaneamente il Trattato di Schengen e ripristinando i controlli alla frontiera orientale con la Slovenia. Una misura intrapresa anche da altri Paesi europei, tra cui Francia, Germania e Austria, preoccupati per le crescenti tensioni e dai rischi di possibili attentati.
Una decisione che, come ha sottolineato la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, “si è resa necessaria per l’aggravarsi della situazione in Medio Oriente, l’aumento dei flussi migratori lungo la rotta balcanica e soprattutto per questioni di sicurezza nazionale”. “Me ne assumo la piena responsabilità”, ha aggiunto la premier, al termine della riunione straordinaria tenutasi ieri a Palazzo Chigi, insieme al ministro degli Esteri Antonio Tajani, dell’Interno Matteo Piantedosi, della Giustizia Carlo Nordio, e i vertici dell’Intelligence italiana.
Gli 007 avvertono: “Possibili infiltrazioni terroristiche da flussi migratori”
Due giorni fa, il Comitato di analisi strategica antiterrorismo aveva avvertito l’esecutivo sul rischio di “possibili infiltrazioni terroristiche nei flussi migratori irregolari”, concordando sulla “necessità di un ulteriore rafforzamento delle misure di prevenzione e controllo”. In Friuli Venezia Giulia, a due passi dal confine con la Slovenia, dall’inizio dell’anno sono state individuate ben 16mila persone entrate irregolarmente sul territorio nazionale.
Tajani: “Non abbassiamo la guardia”. Piantedosi contatta lo sloveno Poklukarha.
Il vicepremier Antonio Tajani ha assicurato che “non c’è il rischio di attentati, non c’è nessun segnale in questa direzione”, aggiungendo tuttavia che “non possiamo abbassare la guardia”. “Anzi – ha sottolineato – la alziamo proprio per la prevenzione e per proteggere i siti, in particolare quelli frequentati da cittadini di religione ebraica, e per impedire che ci siano azioni violente”.
La sospensione della libera circolazione tra il confine italiano e quello sloveno durerà 10 giorni, ma potrà essere prorogata fino a sei mesi. Il titolare del Viminale Piantedosi, che oggi sarà in Lussemburgo per discutere con i 27 ministri dell’Interno europei delle conseguenze del conflitto in Medio Oriente sulla sicurezza nel continente, ha informato della decisione di Palazzo Chigi il suo omologo a Lubiana, Bostjan Poklukarha, che ha chiesto a sua volta misure “proporzionate e amichevoli”. L’obiettivo dei due Paesi è quello di “causare il minore impatto possibile sulla circolazione transfrontaliera e sul traffico delle merci, sempre nella prospettiva di un auspicato rapido ritorno alla piena applicazione del regime di libera circolazione”.
Trattato di Schengen sospeso, i precedenti
Non è la prima volta che il Trattato di Schengen viene sospeso. Nel 2011, Norvegia e Svezia adottarono la sospensione dopo la strage nell’isola di Utoya; nel 2015 fu la volta della Francia a seguito degli attentati di Parigi; tra il 2015 e il 2016 toccò a diversi Paesi tra cui Germania, Ungheria e Polonia, che applicarono restrizioni per controllare i flussi migratori; infine nel 2020 ci fu la sospensione della libera circolazione a causa della pandemia di Covid-19. Per quanto riguarda l’Italia, uno stop al Trattato è sempre avvenuto in concomitanza con eventi internazionali: il G8 di Genova nel 2001 e dell’Aquila nel 2009, e il G7 di Taormina nel 2017.
Divisioni nella maggioranza sulle manifestazioni per il 4 novembre
I sanguinosi fatti in Medio Oriente, così come quelli in Europa, hanno spinto il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Matteo Salvini, a suonare la carica con i suoi sostenitori attraverso i social, ma soprattutto a convocare per il 4 novembre, in occasione della festa dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate, una manifestazione a Milano “per difendere i valori occidentali”.
Un’iniziativa che si scontra con la massima cautela espressa da diversi esponenti della maggioranza. Il ministro della Difesa, Guido Crosetto, che ha dichiarato: “Stavamo organizzando la festa delle Forze Armate ma sto pensando di annullarla. Non è giusto aumentare un fattore di rischio”. Anche il ministro Tajani si è detto contrario a ogni tipo di evento: “Forza Italia non farà manifestazioni. Non bisogna confondere le iniziative di partito con l’attività del governo”.