È stato il governo italiano il primo in Europa a dire no: la fornitura di 250 mila dosi del vaccino di Astrazeneca confezionate in Italia non finirà in Australia come programmato dalla multinazionale britannica, ma sarà distribuito solo tra i Paesi dell’Unione. Roma dunque si è avvalsa del meccanismo introdotto dalla Commissione Europea a fine gennaio, che prevede un’autorizzazione esplicita per le spedizioni di vaccini extra Ue introdotta dopo i tagli e i ritardi annunciati dai produttori. La reazione dell’Australia non si è fatta attendere: “In Italia le persone muoiono al ritmo di 300 al giorno quindi posso certamente capire l’alto livello di ansia. Sono in una situazione di crisi senza freni e questa non è la situazione dell’Australia”, ha dichiarato il primo ministro Scott Morrison. Ma altri membri del governo non hanno nascosto una certa irritazione. Il ministro della Salute Greg Hunt, infatti, ha spiegato che Canberra ha chiesto alla Commissione di rivedere la decisione.
Intanto il commissario italiano per l’emergenza Covid Francesco Figliuolo, intervenendo alla riunione con Governo, Protezione civile ed Enti locali sul piano vaccinale, ha annunciato l’arrivo in Italia di “una grande quantità di dosi di vaccini”, spiegando che si farà carico di aumentare i centri vaccinali e dei rinforzi sanitari e organizzativi. A questo proposito si è espressa anche il ministro per gli Affari Regionali Mariastella Gelmini che ha auspicato “un’uniformità sul territorio nazionale, per evitare disparità tra regioni”.
Sulla preoccupazione legata alla variante inglese, l’Istituto tedesco Robert Koch ha assicurato che tutti i vaccini somministrati nell’Unione Europea sono efficaci contro la variante britannica del virus. Non sono mancate, tuttavia, le critiche. Dure le parole dell’infettivologo Matteo Bassetti: “La nostra è stata la peggior campagna vaccinale del mondo. Se avessimo lavorato diversamente sui vaccini oggi potremmo dire che il tributo che pagherà l’Italia si poteva non pagare”.
La soglia dei 3000 posti occupati in terapia intensiva intanto si avvicina e nelle prossime ore l’allarme è pronto a scattare. Il governo sta valutando l’ipotesi di imporre nuovi limiti: ridurre ulteriormente lo spostamento delle persone, evitare i contatti e monitorare l’effetto delle ordinanze sul cambiamento di fascia. E sarà proprio il monitoraggio di oggi a stabilire il cambio di colore delle regioni che scatterà lunedì 8 marzo. A rischiare di scivolare in zona rossa sono l’Emilia Romagna e la Campania. Pericolo arancione invece per Calabria, Friuli Venezia Giulia, Veneto, Puglia e Lazio.
Nel frattempo, secondo quanto si apprende da fonti Ansa, la Procura di Campobasso ha emesso un’informazione di garanzia nei confronti del Commissario per la sanità della Regione Molise, il generale della Guardia di Finanza Angelo Giustini, per omissione di atti d’ufficio e abuso d’ufficio e per aver illegittimamente nominato il dirigente dell’Azienda Sanitaria del Molise quale commissario straordinario per l’emergenza Covid-19.