Toni accesissimi e particolarmente polemici degli animalisti nei confronti dell’istituto di ricerca farmacologica di base Mario Negri Sud di Santa Maria Imbaro, in Abruzzo. A scatenare la loro ira, la soppressione di circa un migliaio di mus musculus, i classici topolini bianchi da laboratorio. L’accusa di Walter Caporale, presidente degli Animalisti Italiani Onlus, è durissima, arrivando addirittura a paragonare i ricercatori ai nazisti. «Anche gli assassini del Mario Negri Sud- continua Caporale – hanno pensato bene di ammazzare con le camere a gas tutti gli animali. Li hanno gasati, trattandoli da esseri inferiori degni solo di tortura, di crudeltà, di esperimenti inutili e antiscientifici».
Piccolo particolare degno di nota: a chiudere è stato il laboratorio del Metabolismo Lipidico e Tumorale di Antonio Moschetta, che ha iniziato a produrre ricerca scientifica nel 1987 e solo ultimamente costretto a trasferirsi a Bari, a causa della crisi finanziaria più grave della sua storia. Crisi che porterà, molto probabilmente, al licenziamento di 60 dipendenti su un totale di 100 effettivi. Di conseguenza l’istituto avrà più di una difficoltà nel reperire soldi, personale e attrezzature per mantenere lo stabulario e i suoi piccoli abitanti. Così, per forza di cose, è iniziata la soppressione dei roditori, di concerto con l’amministrazione dell’Istituto. Le gabbie con i topi vengono poste in un apparato ermetico in cui viene immessa anidride carbonica. «Il gas fa passare i topi dal sonno alla morte, in maniera incruenta, indolore e nel modo più pietoso possibile», assicurano dal Negri Sud.
«In questi giorni», ha spiegato Tommaso Pagliani, ricercatore e attuale direttore amministrativo della Fondazione Negri Sud, «come istituto ci siamo premuniti di cercare una collocazione alle cavie, così come prevede la nuova normativa che sta per essere emanata su trattamento degli animali da laboratorio e che però non è ancora in vigore». Nonostante siano stati contattati anche altri stabulari, al momento l’Istituto non ha ancora ottenuto alcuna risposta.
Addirittura, prosegue sempre Pagliani, il Negri Sud sarebbe più che disposto a regalare e a donare i topi agli animalisti italiani o a chiunque ne faccia richiesta, ricordando però che «si tratta di topi transgenici, che non possono essere utilizzati per altro scopo se non la ricerca».
Gli Animalisti Italiani Onlus non vogliono sentire ragioni. Per loro la vivisezione va abolita, senza se e senza ma. «La crisi del Mario Negri Sud, e la sua crudeltà, conferma l’anacronismo dei centri di ricerca che usano ancora animali per i loro esperimenti».
Ciò che andrebbe ricordato agli intransigenti animalisti è che non stiamo parlando di un esercito di Mengele e che «tutte le associazioni, i politici, i sindacati che parlano del Negri Sud lo fanno sulla pelle viva della gente che qui ci lavora da anni – ha proseguito Pagliani – e non vorrei che fossero più importanti delle cavie piuttosto che 60 ricercatori che rischiano il posto di lavoro o i milioni di persone che la ricerca può aiutare». Ricercatori che sicuramente, per nessun motivo al mondo, avrebbe mai volontariamente portato avanti questo “olocausto”.
Renato Paone