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L’Isis conquista Palmira, allarme per il prezioso sito archeologico. In fuga gli abitanti

di Samantha De Martin21 Maggio 2015
21 Maggio 2015

palmira

Il drappo nero dell’Isis sventola, da ieri, sull’antico sito archeologico di Palmira. La città, nota come la Perla del deserto, dalle prime ore di questa mattina, è interamente presidiata dai jihadisti dello Stato Islamico. Lo straziante scenario di morte, allestito con le solite tinte macabre dai miliziani, assiste, in queste ore – secondo quanto riferito all’Ansa da fonti locali di Palmira – all’uccisione di decine di militari governativi e lealisti, giustiziati mentre erano in fuga dalla città. Secondo quanto riportato sempre dall’Ansa, lo Stato islamico celebra l’ennesima vittoria pubblicando su Internet foto e video che celebrano la decapitazione di soldati e miliziani lealisti siriani dentro e fuori la città posta tra Damasco e la regione dell’Eufrate.

Il “Site”, sito americano di monitoraggio dell’estremismo islamico sul web, parla di numerosi corpi dei combattenti “sparsi per le strade”, mentre attivisti siriani e testimoni confermano che “le forze filogovernative si sono ritirate, sconfitte dai miliziani” dello Stato Islamico. Nelle scorse ore i terroristi avevano anche preso il controllo della prigione e dell’ospedale di Palmira, controllando, inizialmente, il 75% della città e costringendo alla fuga i numerosi abitanti dei moderni quartieri centrali e di quelli periferici. Secondo l’osservatorio siriano per i diritti umani che monitora il conflitto in medioriente, i combattenti sunniti avrebbero conquistato l’intera area già nelle prime ore di questa mattina, dopo aver assaltato ieri la città moderna, conosciuta come Tadmur, e dopo aver imposto il coprifuoco in tutta la zona priva di corrente elettrica.

Mentre dai megafoni posti sui minareti delle moschee l’Isis intima alla popolazione di non collaborare con i militari del regime di Assad, i rastrellamenti, in corso casa per casa alla ricerca di miliziani lealisti e militari governativi, accrescono il terrore tra gli ultimi abitanti rimasti.

Inutile lo sforzo dei comitati popolari di difesa, che, – secondo quanto riferito dall’agenzia statale di stampa siriana, Sana – avevano tentato di salvare alcuni quartieri di Palmira dal poderoso assalto dell’Isis, nel corso del quale sono stati uccisi almeno cento soldati del regime.

Ancora una volta la scure nera dei jihadisti dello Stato Islamico incombe anche sulle centinaia di statue e reperti del sito archeologico patrimonio dell’Unesco, nei pressi della fortezza siriana: molti reperti sono stati trasferiti in altre località per timore di danneggiamenti. Tra il primo e il secondo secolo, la città, caduta oggi sotto i colpi dell’Isis – seguace della dottrina fondamentalista sunnita secondo la quale è vietata qualsiasi riproduzione di esseri umani o animali, tanto più se raffigurazioni di dei –  era stata crocevia di diverse civiltà. Un patrimonio architettonico crogiolo di influenze persiane greche, romane e, prestigioso crocevia tra la Persia, l’India, la Cina e l’Impero di Roma.

Samantha De Martin

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