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Influenza aviaria 2021-22
La più grande in Europa
47,5 mln volatili abbattuti

Basso rischio di trasmissione all'uomo

Efsa-Ecdc: "Persiste causa migrazione"

di Claudia Torrisi03 Ottobre 2022
03 Ottobre 2022

Workers of the Danish Veterinary and Food Administration and the Danish Emergency Management Agency kill and dispose thousands of turkeys, at a Turkey Farm near the village of Ruds Vedby, on Zealand, Denmark, 06 January 2022. A 10-kilometer restriction zone around the Farm has been created after the detection of birds infected with Avian influenza H5N1. ANSA/MADS CLAUS RASMUSSEN DENMARK OUT

L’influenza aviaria 2021-22 è la più grande mai vista in Europa. Quasi 2.500 focolai e 47,5 milioni di volatili abbattuti negli allevamenti. Oltre 3.500 casi negli uccelli selvatici, dalla Norvegia al Portogallo. Sono questi i numeri dell’epidemia diffusi dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) e il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc). Il rischio di trasmissione all’uomo esiste, ma è classificato dalle agenzie Ue a livello basso, e da basso a medio per i soggetti esposti per motivi professionali. L’Italia è il secondo Paese per numero di focolai negli allevamenti (317) dopo la Francia (1.383). 

Il numero di rilevamenti del virus ad alta patogenicità (Hpai) nel periodo estivo è stato “senza precedenti”, osservano Efsa e Ecdc. Nelle annate passate, al contrario, il periodo estivo coincideva con un rallentamento della diffusione, senza casi positivi o quasi. Quest’anno il virus ha raggiunto invece le colonie riproduttive di uccelli marini sulla costa nordatlantica, causando un alto tasso di mortalità in Germania, Francia, Paesi Bassi e Regno Unito. “È chiaro che l’attuale epidemia è tuttora in corso”, ha dichiarato Guilhem de Seze di Efsa. “Con l’inizio della migrazione autunnale e l’aumento del numero di volatili selvatici che svernano in Europa è probabile che un maggior numero di essi risulti a rischio di infezione da Hpai, a causa della persistenza del virus in Europa”. Nell’autunno del 2021 il virus ha varcato per la prima volta l’Oceano Atlantico, diffondendosi in Nord America.

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