ROMA – Secondo le stime preliminari dell’Istat, l’inflazione risulta in “netta attenuazione” nel mese di gennaio. L’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (Nic) registra un aumento dello 0,2% su base mensile e del 10,1% su base annua. La flessione è dovuta all’inversione di tendenza su base annua dei prezzi dei beni energetici regolamentati (energia elettrica e gas) che passano da +70,2% a -10,9%, al rallentamento dei beni energetici non regolamentati (carburante per auto e combustibili per uso domestico) da +63,3% a +59,6% e dei beni alimentari non lavorati (frutta e verdura) che scendono da +9,5% a +8%.
Per Eurostat, nell’eurozona l’inflazione dovrebbe attestarsi all’8,5% a gennaio, in calo rispetto al 9,2% di dicembre.
Nel paniere Istat anche smartphone e massaggi
Cambia il paniere Istat dei prezzi al consumo per il calcolo dell’inflazione. Quest’anno rientrano maggiormente tra i prodotti che rappresentano il cambiamento delle abitudini di spesa delle famiglie la visita medica sportiva, la riparazione degli smartphone, le apparecchiature audio intelligenti (assistenti vocali e altri dispositivi smart che interagiscono con l’uomo), il tonno da pesca e i massaggi estetici.
Le novità più incisive riguardano l’utilizzo del web scraping (tecnica informatica di estrazione di dati da un sito web con dei software) per i prezzi del trasporto aereo e l’impiego della banca dati Igvia per i prodotti farmaceutici. Tra le altre novità del paniere si segnalano anche articoli di abbigliamento come i leggings e diversi tipi di frutta e verdura biologica.
Proprio riguardo questi ultimi due, da un’analisi della Coldiretti su dati Nielsen, l’89% delle famiglie italiane risulta che hanno acquistato alimenti bio almeno una volta.
I nuovi rischi dell’inflazione
“I numeri sull’inflazione non devono trarre in inganno”, sostiene Carlo Rienzi, presidente di Codacons, il quale sostiene quanto il ribasso registrato a gennaio sia solamente “una mera illusione ottica” e una “mazzata per le famiglie”. D’accordo anche Massimiliano Dona, presidente dell’Unione nazionale consumatori, che sostiene come “l’emergenza sia ben lungi dall’essere finita”. Intanto, secondo un’indagine di Altroconsumo, gli italiani saranno costretti a “tagliare i consumi o a ricorrere a prestiti”.
Dal 5 febbraio c’è il rischio di una nuova ondata di rincari per i prezzi al dettaglio, quando l’embargo al petrolio russo farà salire il prezzo di benzina e gasolio.