HomeEconomia L’industria torna a crescere, i segnali si moltiplicano: l’economia italiana in ripresa

L’industria torna a crescere, i segnali si moltiplicano: l’economia italiana in ripresa

di Mario Di Ciommo20 Febbraio 2015
20 Febbraio 2015

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L’industria italiana ritorna in territorio positivo facendo segnare a dicembre un +1,4% sul mese di novembre. In questo modo il dato diventa positivo anche per l’intero 2014 con un incremento dello 0,1% dopo due anni all’insegna del segno meno.

A trainare l’industria nostrana è stato soprattutto il mercato estero che ha fatto segnare un corposo +2,8% ma da non sottovalutare il piccolo passo in avanti di quello interno, tornato a salire con un incoraggiante +0,8%.

Si incominciano ad intravedere dunque i primi segnali della tanto agognata ripresa italica. Diversi indicatori stanno tornando man mano positivi, quelli ancora negativi stanno in qualche modo recuperando terreno e le stime di crescita per l’anno in corso stavolta dovrebbero essere rispettate, se non andare oltre le aspettative, come più volte ricordato dal governo ma anche da Confindustria.

La crescita del prodotto interno lordo del Belpaese, dopo un quinquennio di profonda recessione, dovrebbe infatti attestarsi a poco meno dell’1%, superando le prudenti stime fatte finora che lo vedrebbero crescere tra lo 0,4% e lo 0,6% durante l’anno in corso.

La situazione globale continua a essere molto instabile, vedi Ucraina, Siria e Libia, mentre degli spiragli si iniziano ad aprire in quella europea. Nonostante non si sia ancora arrivati ad un accordo sul debito della Grecia la sensazione è che stavolta i paesi dell’Unione Europea, Italia in primis, non corrano grossi rischi e che l’anno in corso possa essere davvero quello di una consolidata ripresa. Ad avvalorare ancor più questa ipotesi è arrivato oggi una nota dell’agenzia ‘Standard and Poors’ che, calcolando la peggiore delle ipotesi con l’uscita della Grecia dall’euro, parla di “rischio limitato” per i paesi europei che sarebbero “finanziariamente più al sicuro adesso rispetto allo stesso rischio corso nel 2012”. L’equilibrio resta precario, l’Italia cerca di restare in piedi.

Mario Di Ciommo

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