Tira un’aria gelida per il Pd al Nord Italia. Con il Rosatellum i dem rischiano di non prendere neanche un seggio nei collegi uninominali del settentrione. La notizia è riportata in un articolo de “La Repubblica”, a cura di Tommaso Ciriaco. Secondo il quotidiano sta girando un documento tra i senatori del Pd, commissionato da due onorevoli di centrosinistra a un funzionario del Parlamento esperto di numeri. Il risultato lascia l’amaro in bocca ai democratici.
Negli 85 collegi uninominali di Lombardia, Piemonte, Veneto, Liguria, Veneto e Friuli, quelli in cui si sfidano candidato contro candidato, il Pd prenderà zero deputati. Una debacle che si potrebbe aggiungere allo zero in Sicilia e in Calabria. Ma la simulazione, che considera come criterio i voti delle ultime amministrative e taglia fuori le liste civiche, racconta qualcosa di più. Dei possibili 52 eletti dem nei 231 collegi unoninominali a Montecitorio, neanche uno arriverebbe dalle cinque regioni settentrionali. Il Pd recupererebbe terreno solo a sud del Po.
Secondo il retroscena, i dem otterrebbero 9 seggi su 14 in Toscana, 7 su 21 nel Lazio, mentre al Sud 8 su 22 in Campania e 6 su 15 in Puglia. Ai 52 seggi conquistati con l’uninominale si aggiungerebbero quelli del proporzionale, la cui quota dovrebbe rassicurare gli uomini di Renzi.
La nuova legge elettorale sembra quindi sorridere al centrodestra. E di questo ne sono convinti alcuni senatori Pd. «Lo sanno anche i bambini che la legge favorisce la coalizione di centrodestra – dichiara sempre a “Repubblica” il renziano Giorgio Tonini – per la semplice ragione che loro una coalizione ce l’hanno». Dello stesso parere è il senatore Stefano Esposito: «Al Nord non prenderemo neanche un seggio e chi dice una cosa diversa vende cubetti di ghiaccio al Polo Sud».
Se da un lato i dem si tormentano, dall’altra sponda gli azzurri sorridono. «Noi andremo molto bene – gongola il capogruppo Fi al Senato Paolo Romani – ma facciamo passare prima la legge. Perché spaventare adesso i parlamentari del Pd?».