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Clinton punta su di loro per vincere

L’incognita del voto ispanico su Trump
Clinton punta su di loro per vincere

di Nancy Calarco08 Novembre 2016
08 Novembre 2016

Republican Donald Trump (L) and Democrat Hillary Clinton (R) during the first Presidential Debate at Hofstra University in Hempstead, New York, USA, 26 September 2016. The only Vice Presidential debate will be held on 04 October in Virginia, and the second and third Presidential Debates will be held on 09 October in Missouri and 19 October in Nevada. ANSA/JUSTIN LANE

Questa mattina l’intera america è al voto per il futuro del Paese: alle 12 italiane si sono aperti i seggi in nove stati lungo la costa orientale. Prende inizio la giornata elettorale attesa dopo mesi di asprissimi dibattiti.

Un Donald Trump presidente degli Stati Uniti porterebbe gli ispanici a prepararsi per quello che viene definito “uragano” dell’economia messicana. Il magnate newyorkese ha spiazzato tutti quando, sulla questione degli immigrati, ha sostenuto l’idea di costruire un muro alla frontiera tra Messico e Stati Uniti per impedire il passaggio di centinaia di migranti. Ha inoltre affermato che il Paese centrale mandi negli Stati Uniti stupratori e trafficanti di droga. “È un diritto degli Usa. Qualunque Paese ha il diritto di costruire un muro o una barriera al confine”, ha aggiunto.

Alcuni latinoamericani conservatori si sono indignati, come tantissima gente nel resto del mondo, altri invece hanno sostenuto la sua posizione sull’immigrazione, soprattutto in Florida. Gli elettori ispanici negli Stati Uniti sono prettamente repubblicani. Vogliono tasse più basse, meno regole federali e un governo meno invasivo. Proprio per questo motivo, Trump è salito nei sondaggi, guadagnando consensi anche tra di loro.

In Florida gli ispanici rappresentano l’11% dei votanti repubblicani dello Stato. Molti sono cubano-americani o portoricani, seguiti dai venezuelani e colombiani. Ma i cubani sono indifferenti al tema dell’immigrazione, perché per loro basta arrivare in territorio statunitense per avere diritto a rimanerci; mentre i portoricani sono cittadini americani. “Se vinciamo in Florida – ha detto Trump durante un comizio a Orlando – credetemi, il gioco è finito”.

L’elettorato ispanico ha accresciuto il suo potenziale decisionale grazie anche al fatto che la sua popolazione si è dispersa in tutti gli stati americani. Si stima che alle elezioni di oggi l’elettorato ispanico rappresenterà un gruppo molto consistente di persone ma, per molte ragioni, rischia di essere sotto rappresentato.

I  tassi di affluenza alle urne degli ispano americani sono inferiori rispetto agli altri gruppi etnici. Nel 2012 il 48% degli aventi diritto ha votato. Inoltre, l’elettorato ispanico sarà rappresentato da Millennials, ovvero ragazzi nati negli ultimi due decenni del secolo scorso e circa 3,2 milioni di giovani latini hanno raggiunto l’età necessaria per votare.

Fino al 2007 migliaia di latini entravano legalmente o illegalmente negli Usa, alla ricerca di lavoro. La crisi ha frenato questo flusso perché la disoccupazione derivata dalla recessione, ha ridotto anche il numero dei posti offerti ai latini. Questi elettori sono preoccupati soprattutto per quello che li riguarda direttamente, come la mancanza di lavoro e i costi troppo altri dell’istruzione rispetto alle politiche migratorie.

Tutte le varie prese di posizione di Donald Trump, affermazioni e slogan, hanno accelerato il processo di allontanamento degli elettori ispanici dal Partito repubblicano (secondo gli ultimi sondaggi, Hillary Clinton ha un vantaggio di circa cinquanta punti tra gli elettori di origine latinoamericana su Trump al livello nazionale), e hanno messo in seria difficoltà politici e attivisti conservatori negli stati tradizionalmente di destra dove i cambiamenti demografici hanno aumentato l’influenza politica dei cittadini di origine latinoamericana: il Texas, la Georgia, il Nevada e soprattutto l’Arizona.

Questa mattina l’intera america è al voto per il futuro del Paese. Inizia, così, la giornata elettorale attesa dopo mesi di asprissimi dibattiti.

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