Nel 2016 un imprenditore su dieci ha ricevuto minacce o intimidazioni con finalità estorsive.
L’allarme è stato lanciato da Confcommercio, che ha diffuso i risultati dell’indagine sui fenomeni criminali: un imprenditore su sette ha dichiarato di conoscere altre imprese che sono state oggetto di minacce. Tra perdite di fatturato e costi per ferimenti, assicurazioni e spese per i sistemi di difesa, l’illegalità costa al commercio ogni anno circa 26,5 miliardi.
“Legalità e sicurezza sono la prima conquista di una democrazia compiuta e condizione per un’economia sana e un mercato che funziona – ha dichiarato il presidente della Confcommercio Carlo Sangalli – I costi di contraffazione, abusivismo, estorsioni fanno perdere 180mila posti di lavoro”. Sangalli chiede inoltre al governo più controlli e pene certe mentre invita gli imprenditori a denunciare: “Si deve, si può e conviene”.
Dall’indagine emerge anche che nel 2016 più di un imprenditore su quattro percepisce un peggioramento nei livelli di sicurezza per le proprie attività rispetto all’anno scorso. Il dato si accentua al Nordest, al Sud e nel settore alimentare. I fenomeni maggiormente percepiti in crescita sono l’abusivismo, in aumento per il 51% delle imprese, i furti per il 47%, la contraffazione per il 44% e le rapine (37%).
Più contenuta è la crescita dei comportamenti tipicamente collegabili alla criminalità organizzata come usura (16%) ed estorsioni (14%). Inoltre il 61% degli imprenditori minacciati cede alla richiesta estorsiva, con un’accentuazione al Sud.
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella afferma: “La legalità è un bene comune la cui tutela richiede la mobilitazione di tutte le forze disponibili. I protagonisti di questa lotta vanno sostenuti con determinazione”.