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Ligue 1, il calcio francese sciopera per la super tassa sugli ingaggi. Protesta contro il prelievo del 75% sui maxi-stipendi

di Marco Stiletti25 Ottobre 2013
25 Ottobre 2013

Il calcio francese sciopera. Le grandi di Francia hanno deciso di fermarsi ed è Jean-Pierre Louvel, il presidente dell’Unione dei club professionistici, ad annunciarlo. Lo stop riguarda non solo la ricca Ligue1, ma anche la seconda divisione. “I tifosi saranno i benvenuti nei nostri stadi, ma non ci saranno partite”- ha affermato Louvel. Lo sciopero avverrà il 30 novembre prossimo. La clamorosa decisione è stata ufficializzata questa mattina dall’Unione dei club professionistici, di cui fanno parte anche le società di Ligue 1 e Ligue 2, dopo un’assemblea straordinaria

Il pomo della discordia. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata il nuovo piano fiscale del governo, che prevede una futura tassa al 75% sui maxi stipendi di oltre un milione di euro l’anno. Lo sciopero quindi, servirà a ritirare la norma che obbliga le società di calcio dispensatrici di stipendi superiori al milione di euro, a versare un’imposta pari al settantacinque per cento dell’ingaggio. Il problema non tocca, almeno direttamente i calciatori, i cui stipendi sono contrattualizzati al netto: lo stesso Ibrahimovic a suo tempo affermò «di non essere più di tanto toccato dalla questione». Il problema riguarda le aziende, in questo caso le società, chiamate a pagare la tassa. Un problema serissimo, ad esempio, per il Psg, che nonostante gli enormi capitali dimostrata dopo l’arrivo dei capitali arabi, ha un bel monte stipendi.

L’ironia di Platini. Molto ironico, invece, il presidente dell’Uefa Michel Platini. «I calciatori che fanno sciopero, con lo stipendio che prendono, sicuramente faranno parlare di loro». Ex giocatore della Juventus e pallone d’oro dall’83 all’85 sembra comunque preoccupato per la situazione calcistica del suo paese come ha spiegato in un’intervista rilasciata a Canal +. «Ovviamente non è una buona cosa scioperare. Non esistono molti scioperi comprensibili per il pubblico. Ad ogni modo io non so se sia una cosa giusta perché ormai non passo molto tempo in Francia, anche se sono preoccupato per il mio Paese».

Anche nel calcio, come si è notato con la mozione approvata dall’Unione dei club professionistici ad unanimità nella assemblea straordinaria di stamattina, il popolo francese appare sempre più unito che mai.

 

Marco Stiletti

 

 

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