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HomeCultura La 500 icona di design in mostra al MoMa di New York

L'iconicità della Fiat 500
in mostra al MoMa di NY
come esempio di buon design

Presenza che testimonia importanza Fiat

L'evento continuerà sino al 15 giugno

di Alessandro Rosi12 Febbraio 2019
12 Febbraio 2019

“Per essere eleganti bisogna essere semplici”. L’ingegnere Dante Giocosa, che progettò la storica Fiat 500, era consapevole dell’impatto che un buon design poteva avere nella vita di tutti i giorni. Oggi quella macchina è uno dei pezzi più importanti della mostra “The Value of Good Design”, in esposizione al celebre Museum of Modern Art di New York (MoMA) fino al 15 giugno.

Entrata nel 2017 a far parte della collezione di pezzi di proprietà del MoMA, l’auto color caffellatte si distingue per il suo tettuccio in tessuto pieghevole di serie e la possibilità di accogliere quattro passeggeri. Giocosa infatti massimizzò lo spazio interno minimizzando al tempo stesso i costi per i materiali e per la complessa meccanica, riducendo l’utilizzo dell’acciaio, materiale prezioso per l’epoca e necessario per la sua produzione.

“Il prestigioso ingresso nelle collezioni del MoMa – spiegano alla Fiat – “certifica” l’importanza storica e la valenza simbolica della Fiat 500 degli anni ’50, un’icona di stile italiano che incarna molti dei tratti tipici del design modernista dell’epoca”.

Il modello in mostra al museo di New York è la 500 serie F, la più famosa di sempre, prodotta tra il 1965 e il 1972. Se si contano le altre versioni (Sport, D, L, R) di prima generazione, tra il 1957 e il 1975 sono stati prodotti in totale più di quattro milioni di esemplari.

“La Fiat 500 è un’icona della storia dell’automobile, che ha cambiato per sempre il modo di disegnare e di produrre auto in Italia” ha dichiarato Martino Stierli, il “Philip Johnson Chief Curator of Architecture and Design” del MoMA.

La mostra riprende le iniziative “Good Design”, eventi prenatalizi che si tennero dalla fine degli anni ’30 agli anni ’50 e ideati dal direttore di allora Alfred Barr, che servivano come “consigli per gli acquisti”. La mostra solleva inoltre interrogativi su cosa sia oggi il Good Design, in particolare se i valori della metà del secolo scorso possano essere tradotti e ridefiniti per un pubblico contemporaneo.

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