Il governo libico di unità nazionale che fa capo a Fayez al-Sarraj ha annunciato questa notte la sospensione della sua partecipazione alla commissione militare congiunta a Ginevra, a seguito di ripetute violazioni della tregua. La delegazione si è ritirata dai colloqui mediati dalle Nazioni Unite per un cessate il fuoco duraturo in Libia, a seguito del bombardamento di ieri del porto di Tripoli da parte delle forze fedeli al generale Khalifa Haftar.
L’uomo forte della Cirenaica ha sostenuto di aver colpito forniture illegali di armamenti e di aver distrutto una nave carica di armi e munizioni che avrebbe violato l’embargo deciso dalle Nazioni Unite. Ma il governo di Tripoli ha replicato che non c’era nessuna nave con armi a bordo e ha invece accusato Haftar di un atto terroristico.
In una nota, il premier libico ha sottolineato che la sua partecipazione è sospesa finché “non saranno adottate posizioni ferme contro l’aggressore Khalifa Haftar e le sue violazioni” della tregua.
Ai colloqui, convocati dall’inviato delle Nazioni Unite per la Libia Ghassam Salamé, stavano partecipando cinque delegati inviati da Tripoli e cinque rappresentanti dell’autoproclamato esercito nazionale libico, guidato da Haftar.
Intanto il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, ha dichiarato che Ankara “continua a restare dalla parte del governo legittimo della Libia a Tripoli” ed ha poi sottolineato che se non potrà essere raggiunto un accordo attraverso i negoziati internazionali, sosterrà “la legittima amministrazione della Libia nel prendere il controllo dell’intero paese” contro le forze di Haftar.
Lo stesso generale ha poi incontrato il ministro della Difesa russo Sergej Šojgu per discutere della situazione in Libia: secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa russa Interfax, i due hanno concordato che le differenze in Libia possono solo essere risolte attraverso “un processo politico” e che “l’integrità territoriale” del Paese va rispettata.