Domani il Consiglio di Sicurezza dell’Onu esaminerà la richiesta del capo di Stato egiziano Abdel Fattah al Sisi di una risoluzione che autorizzi un intervento internazionale in Libia. Il capo dell’Eliseo Francois Hollande ha appoggiato con forza la richiesta di al Sisi, confermando l’interventismo della Francia cui si assistette già nel 2011, quando il Presidente di allora, Nicolas Sarkozy, annunciò al mondo che la Francia avrebbe attaccato Gheddafi “se necessario, anche da sola”. In quell’occasione la comunità internazionale decise di appoggiare un conflitto che non convinceva né l’Ue né gli Stati Uniti, soprattutto per la mancanza di una strategia per il dopoguerra. Delle responsabilità di Sarkozy sul caos libico è tornato a parlare pochi giorni fa Romano Prodi che, intervistato da “Il Fatto Quotidiano”, ha ricordato come in quell’occasione il nostro capo di Governo (Silvio Berlusconi) “si fece trascinare nel conflitto dalla Francia, e addirittura pagò per fare una guerra contro i propri interessi”.
Tra i risultati conseguiti dalla Francia in questi giorni contro l’Isis ce n’è anche uno di natura commerciale. Mentre i bombardieri egiziani decollavano per colpire i jihadisti in Cirenaica, il ministro della Difesa francese era al Cairo per stipulare un contratto di vendita per 5,2 miliardi di euro di armamenti all’Egitto. Secondo quanto dichiarato da Hollande in Parlamento, i caccia e i missili venduti “aiuteranno il Cairo a difendersi e contribuiranno alla stabilità e alla sicurezza dell’Egitto”.
Intanto l’Italia si prepara a dire la sua davanti al Consiglio di Sicurezza di domani. Stamane il presidente del Consiglio si e’ riunito a Palazzo Chigi con i ministri degli Esteri Paolo Gentiloni (che riferira’ domani alla Camera), dell’Interno Angelino Alfano e della Difesa, Roberta Pinotti. Nell’incontro è stato ribadito il sostegno a un’iniziativa che promuova stabilità e pace in Libia. Sebbene Renzi abbia già chiarito la sua contrarietà a un intervento militare, non è escluso che l’Italia debba accodarsi, suo malgrado, ancora una volta a un intervento deciso in un contesto internazionale.
In contemporanea l’organizzazione palestinese, Hamas, si è pronunciata minacciosamente sull’ipotesi di un attacco, avvisando l’Italia che la decisione d’intervenire in Libia “con il pretesto di combattere il terrorismo” sarebbe interpretato come “una nuova crociata”.
Continua intanto l’escalation tra Egitto e lo Stato islamico. Il ministro degli Esteri cairota Sameh Shoukry ha riferito che nella notte gli F-16 egiziani hanno colpito nuovi obiettivi in Cirenaica “uccidendo e ferendo decine di jihadisti”. La reazione del leader dell’Isis, Abu Bakr al Baghdadi, è stata di ordinare nuovi rapimenti di lavoratori egiziani.
Raffaele Sardella