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Malmstroem replica alla lettera di Msf

Libia, crimini sui migranti:
la commissaria Malmstroem
replica alla lettera di Msf

Nei centri di raccolta sequestri,torture

La Ong: "Governi Ue alimentano business"

di Giordano Contu07 Settembre 2017
07 Settembre 2017

Migrants crowd the deck of their wooden boat off the coast of Libya May 14, 2015. International non-governmental organisations Medecins sans Frontieres (MSF) and MOAS (Migrant Offshore Aid Station) rescued 561 migrants at sea off the coast of Libya on Thursday, according to Maltese media. Their vessel, the Phoenix, is the first privately funded vessel to operate in the Mediterranean. Almost 3,600 migrants have been rescued from overcrowded boats sailing from Africa to Europe over the past 48 hours, Italy said on Thursday, with sea conditions seen as perfect for attempting the crossing. REUTERS/MOAS/Jason Florio/Handout via Reuters ATTENTION EDITORS - NO SALES. NO ARCHIVES. FOR EDITORIAL USE ONLY. NOT FOR SALE FOR MARKETING OR ADVERTISING CAMPAIGNS. THIS IMAGE HAS BEEN SUPPLIED BY A THIRD PARTY. IT IS DISTRIBUTED, EXACTLY AS RECEIVED BY REUTERS, AS A SERVICE TO CLIENTS TPX IMAGES OF THE DAY

“La situazione era abominevole qualche anno fa e da allora non ho letto in nessun rapporto che sia migliorata”. È la replica con cui la commissaria europea al commercio Cecilia Malmstroem risponde alla lettera che Medici Senza Frontiere ha rivolto ai governi Ue, per denunciare il ‘business del dolore’ alimentato dai flussi migratori in Libia.

“I governi europei stanno alimentando il business della sofferenza della Libia”. Un attacco senza mezzi termini quello scritto nero su bianco dalla presidente internazionale di Msf Joanne Liu e rivolto alle politiche attuate in Libia per fermare i flussi migratori. Le dure parole sono contenute in una lettera aperta indirizzata ai 28 governi europei. L’Europa riconosce che in Libia i centri d’accoglienza “sono prigioni, con condizioni atroci”, e per questo intende “lavorare sul posto con l’Oim e l’Unhcr”, ha detto Malmstroem.

“La detenzione di migranti e rifugiati in Libia è legata a sequestri, torture ed estorsioni. La gente è trattata come una merce da sfruttare. Le persone sono stipate in stanze, buie, luride, senza alcuna ventilazione e costrette a vivere una sull’altra” scrive la commissaria Ue. E i governi europei non possono riportarli indietro in Libia. Ecco cosa chiede Msf ai governi dei 28 Paesi europei: invece dei finanziamenti per bloccare le rotte, siano aperte “vie per l’attraversamento sicuro e legale delle frontiere”.

 

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