La Libia è sempre più nel caos. Mentre si cerca, tra mille difficoltà, di consolidare il cessate il fuoco tra le milizie rivali, proclamato lo scorso 4 settembre, questa mattina un commando di uomini armati, dopo aver avuto uno scontro a fuoco con gli uomini della sicurezza, ha fatto irruzione nel palazzo che ospita la sede centrale della National Oil Company, a Tripoli. La notizia è stata diffusa sul proprio profilo Twitter dall’emittente libica Alharar tv, che ha citato il comando della zona militare.
L’assalto si è concluso pochi minuti fa, quando le forze speciali di deterrenza hanno ripreso il controllo del palazzo. La Commissione per i feriti del governo di accordo nazionale ha riferito un bilancio di almeno due morti e dieci feriti. Tutto ciò accade proprio nelle ore in cui il ministro degli Esteri italiano, Enzo Moavero Milanesi, si trova a Bengasi per incontrare il maresciallo Khalifa Haftar.
Secondo quanto dichiarato dal ministro dell’Interno libico, Ashur Al Ahrar, l’assalto sarebbe stato condotto da un gruppo di sei jihadisti, armati di fucili mitragliatori e bombe a mano, che sarebbero tutti morti. Non sono ancora chiare le motivazioni, anche se si ipotizza l’intenzione di mettere a segno un attentato suicida. Almeno tre attentatori si sarebbero fatti esplodere, all’interno del quartier generale della compagnia, per dare il via all’assalto. Un impiegato di un albergo della zona ha riferito di aver udito almeno cinque esplosioni durante l’attacco. A quel punto una colonna di fumo si è alzata dall’edificio, mentre le forze di sicurezza hanno circondato la sede bloccando le strade circostanti.
Gli assalitori si sarebbero asserragliati all’interno del palazzo con alcuni ostaggi, mentre molti dei dipendenti della compagnia petrolifera di stato sarebbero riusciti a fuggire. Il presidente della compagnia, Mustafa Sanalla, per la cui sorte si era temuto, sarebbe invece in un luogo sicuro. Sul posto sono subito arrivate diverse ambulanze, che hanno portato via i feriti.