Il sogno di approdare in Europa continua a tessere la sua tela di morti con un’altra strage di migranti. E’ accaduto a largo delle coste libiche, dove un gommone è affondato provocando la morte di almeno 50 persone per annegamento. La Guardia costiera libica, questa mattina, ha soccorso tre gommoni in difficoltà riuscendo a portare in salvo 300 persone. Una delle imbarcazioni era però sommersa e solo 16 persone si sono salvate.
Un altro dei gommoni era partito da Khoms, ad est della capitale. Molti tra i sopravvissuti, che sono stati trasferiti nella base navale a Tripoli, hanno raccontato che a bordo del gommone affondato c’erano almeno 70 persone al momento della partenza, ma la Guardia costiera sostiene che il numero potrebbe essere più alto, “almeno 90 o 100 migranti risultano scomparsi”. La Guardia costiera, coinvolta anche nella scorsa notte in altre operazioni di salvataggio, ha fatto sapere che con il loro intervento sono riusciti a salvare complessivamente 300 migranti, di cui 19 donne e 17 bambini.
Il comunicato è stato pubblicato nella notte sulla pagina Facebook della Marina libica. “Mentre la pattuglia stava salvando i migranti clandestini in questa imbarcazione sinistrata partita da Khoms, ha ricevuto una seconda e una terza notifica sulla presenza di imbarcazioni di migranti clandestini a nord di Zauia”, informa la nota, riferendosi a una località circa 50 km in linea d’aria a ovest di Tripoli.
In una postilla al comunicato la Marina libica polemizza con la comunità internazionale e le organizzazioni non governative che, creando il sogno di un’Europa accogliente, alimenterebbero una lucrosa “tratta degli schiavi” per poi “versare lacrime di coccodrillo” quando questi migranti perdono la vita in mare, conclude la nota.