Per tutti gli appassionati di calcio, Liberia fa rima con George Weah. La stella del Milan degli anni Novanta, primo calciatore non europeo e unico africano ad essere insignito del Pallone d’Oro, dal 22 gennaio è anche presidente del suo Paese. Fu proprio mentre Weah macinava gol su gol in Europa che in Liberia arrivò la tv satellitare. Grazie alla televisione, molti giovani ebbero così la possibilità di vedere con i propri occhi i più forti calciatori al mondo. Il servizio venne reso disponibile anche ai meno abbienti, grazie a tariffe non eccessive. Nella capitale Monrovia, uno dei “Football cinema” più in voga sorge nella baraccopoli di Clara Town. La stessa dove Weah venne abbandonato dalla madre, da piccolo. Ma ce ne sono molte altre in tutto il Paese.
Prima del satellite, della Serie A, della Premier, di Messi e Cristiano Ronaldo, i giovani liberiani andavano allo stadio Antoinette Tubman. Lì seguivano il campionato locale, quello dove anche Weah iniziò la sua carriera. Ma oggi, il richiamo del grande calcio in tv ha il sopravvento su quello giocato dal vivo, ma molto meno performante. Nelle baraccopoli cresce la domanda per la costruzione di nuovi cinema del calcio. E nonostante i tentativi delle federazioni sportive locali, gli stadi si svuotano sempre di più. Con il rischio che non nasca più un nuovo George Weah.