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Libération festeggia il numero 10.000. Eric Jozsef: «Una linea editoriale che dura da 40 anni»

di Claudia Nardi10 Luglio 2013
10 Luglio 2013

Un’edizione speciale di 14 pagine, ognuna come se fosse “una prima pagina”, per l’uscita del numero 10mila. È con questa veste che ieri il quotidiano francese Libération è uscito, proprio per festeggiare questo importante traguardo. «Storicamente, il nostro giornale si è fatto conoscere per le particolari copertine che la redazione ha ribattezzato “evento”, ovvero quegli argomenti più rilevanti a cui vogliamo dare più risalto»,  racconta Eric Jozsef, corrispondente in Italia del quotidiano francese. «Quest’edizione, unica nel suo genere, è stata l’occasione giusta per ricordare il modo in cui facciamo giornalismo, cercando di dare sempre  grande spazio alla grafica e alla fotografia».

Negli anni, questo stesso modo di “fare giornalismo” a Libération è cambiato, come ricorda lo stesso Jozsef, ma il giornale ha sempre cercato di mantenere la stessa linea editoriale che lo ha contraddistinto negli ultimi 40 anni.
Nato come il «gemello francese del Manifesto», per la sua vicinanza ideologica, nel 1973 in seguito al cosiddetto “maggio francese”, i movimenti di protesta e rivolta studentesca del maggio e del giugno 1968, Libération porta per primo in prima pagina temi come l’omosessualità, l’affollamento delle carceri, l’ambientalismo, la condizione della donna, con l’obiettivo di modernizzare la vita democratica e culturale della Francia in modo radicale.
Colpito da gravi difficoltà economiche nel 1981, l’anno dopo ricominciano le pubblicazioni del giornale della sinistra francese, che diventa via via «più grafico e meno ideologico». I cambiamenti introdotti riguardano per  lo più la forma di Libération: viene introdotto il formato tabloid e ampliata la foliazione, con l’introduzione di sezioni per suddividere gli argomenti. Rimane, invece, invariato il meccanismo dell’autogestione e dell’indipendenza editoriale.
Se gli altri “competitors”, sulla prima pagina, preferiscono evidenziare più notizie, come una sorta di giornale agenda che comunica al lettore gli eventi selezionati dalla testa come rilevanti, Libération è sempre andato in controtendenza, privilegiando la formula “foto più titolo”, sul modello del Manifesto.
«Gli argomenti che solitamente trattiamo in copertina sono quelli di politica nazionale piuttosto che quelli di cultura – conclude Jozsef – Per quanto riguarda l’Italia (argomento da sempre al centro del dibattito del quotidiano francese, n.d.r.) l’attenzione sul Paese è molto diminuita. Nel quadro politico internazionale, l’Italia ha perso la sua memorabile attrattiva. Infatti, oggi, la nostra redazione, preferisce di gran lunga scrivere d’Egitto, Cina e, più in generale, di Medio Oriente. A mio parere, questa situazione dovrebbe far riflettere molto, altrimenti tutto ciò andrà a discapito dell’Italia».

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