Ennesima giornata di scontri ieri nel centro di Beirut, Libano. Durante una manifestazione di protesta nella centralissima piazza dei Martiri, sono state quaranta le persone arrestate dai militari e almeno due quelle rimaste ferite durante gli scontri. Secondo i media locali presenti sul posto, i dimostranti attendevano i leader politici del paese che ieri erano impegnati nella seconda riunione del Dialogo nazionale. L’incontro, voluto dal capo del parlamento libanese Nabih Berri per cercare una soluzione allo stallo politico del Paese e alla crisi di rifiuti. La polizia ha cercato di bloccare i manifestanti ma con poco successo. Due le ondate di scontri: nella seconda, sono intervenuti sostenitori di Berri armati di bastone contro i manifestanti.
Intanto qualche ora fa il Ministro dell’educazione libanese Elias Bousaab avrebbe avvertito il Primo Ministro britannico Cameron dell’eventualità che Isis possa sfruttare l’emergenza profughi: ogni 100 profughi siriani, secondo l’ipotesi di Bousaab, si nasconderebbero almeno due affiliati di Isis. In questo modo gli affiliati dello Stato Islamico riuscirebbero a raggiungere le città europee confondendosi fra i profughi in fuga dalla guerra.
A oggi L’Isis si estende da Aleppo (nord della Siria) alla regione di Diyala, nell’est dell’Iraq, occupando circa 35mila chilometri quadrati. Più di 6 milioni di persone vivono sotto il suo controllo. Dopo la strage del 26 giugno nella spiaggia tunisina di Sousa dove furono uccise 39 persone, l’allerta è alta in tutti i Paesi del Nord Africa, in Thailandia e Kenya. Proprio per questo motivo sul sito www.viaggiaresicuri.it il ministero degli Affari Esteri italiano riporta in tempo reale gli avvisi di criticità, contrassegnando in una mappa interattiva i Paesi considerati a rischio con un bollino blu.