Qualità dell’informazione e libertà di stampa. Questi sono i temi dell’incontro-dibattito previsto a Roma, martedì 12 marzo, alle ore 18, nel salone “Walter Tobagi” della Federazione Nazionale della Stampa Italiana (Corso Vittorio Emanuele II, 349). Il titolo dell’iniziativa, promossa dalla componente di maggioranza “Stampa libera e indipendente”, è appunto: “Qualità dell’informazione in difesa della libertà di stampa”. È un invito rivolto a tutti i colleghi, indipendentemente dalle appartenenze, perché quando si parla di libertà di stampa è necessario schierarsi tutti dalla stessa parte. Un appuntamento che rappresenta l’opportunità per intavolare un dibattito costruttivo e propositivo proprio nella “casa” dei giornalisti italiani, sui temi che più stanno a cuore, e preoccupano, la categoria.
RCS non cede le proprietà. Purtroppo la qualità dell’informazione si scontra spesso con i problemi di budget. Sempre oggi, martedì 12 marzo, la dirigenza di Rcs – affiancata dal sindacato lombardo e dalla stessa Federazione nazionale – incontrerà il comitato di redazione della Divisione periodici per mettere a punto un piano di rilancio, in modo tale da evitare la cessione delle testate. L’agitazione era nell’aria. Infatti, nei giorni scorsi i rappresentanti dei periodici Rcs avevano inviato una lettera all’azienda con la minaccia di ricorrere alla magistratura in base all’articolo 28 dello Statuto dei lavoratori (attività antisindacale).
Un’editoria che non punta sulla qualità. «Se c’è un’area della professione da troppo tempo silente sui temi dello sviluppo e della qualità dell’informazione, con le dovute eccezioni, questa è quella dei responsabili delle testate di carta stampata, radiotelevisive e web. Li si è visti sollevare il capo sulla questione della diffamazione (che li riguarda molto da vicino), poi il silenzio». Questo è quanto ha affermato Paolo Butturini, segretario dell’Associazione stampa romana (Asr), in un intervento ai protagonisti dell’editoria: direttori, editori e presidenti. Butturini ha fatto riferimento a tutti quei giornalisti che «sembrano disinteressati al futuro della libertà d’informazione in questo Paese». E continua che «alcuni, in questi anni, sono stati il braccio armato dell’editore nelle pesanti ristrutturazioni che sono costate centinaia di posti, molti si sono voltati dall’altra parte, pochi hanno provato, più o meno debolmente, a opporsi a logiche puramente contabili che hanno finito per danneggiare anche il loro lavoro». Insomma, quello che Butturini ha auspicato è «la rinascita di un giornalismo indipendente e di qualità».
L’informazione è denaro. Dunque, il segretario dell’Asr cerca di spronare tutta la categoria a far fronte comune, e a ripensare quell’industria dell’informazione sempre più sottomessa alle regole del business: «I direttori si dilettavano a dar vita a quel circolo esclusivo che somiglia tanto a quello dei manager delle aziende di questo Paese: se tu mi cacci da qui, lui mi riprende di là, il ballo mascherato delle celebrità». Un modo, forse, per riguadagnare la fiducia dei cittadini e la dignità, sostituita da quello che, sempre Butturini, definisce un «dispotico esercizio di primazia».
Paolo Costanzi