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HomeEconomia L’evasione non si ferma: al Fisco mancano 107 miliardi

L'evasione non si ferma
al Fisco italiano mancano
107 miliardi di euro

Gli esattori riscattano solo l'1,13%

contro il 17 per cento dell'Ocse

di Nancy Calarco04 Ottobre 2017
04 Ottobre 2017

In Italia c’è un’elevata propensione all’evasione, che ha portato ad un gap di mancate entrate tributarie pari a 107,7 miliardi di euro. Lo ha confermato l’Istat, in audizione davanti alle commissioni Bilancio congiunte di Camera e Senato a Palazzo Madama sulla nota al Def.

“I risultati presentati, che scaturiscono da stime coerenti con i dati di contabilità nazionale, confermano un’elevata propensione all’evasione fiscale e contributiva in ampi settori della nostra economia”, ha spiegato il presidente dell’Istituto di statistica Giorgio Alleva. Un’inchiesta di Repubblica evidenzia che in Italia si riscuote appena l’1,13 per cento del carico fiscale affidato all’esattore, contro una media Ocse del 17,1.

Cifre impressionanti rivelano per esempio che la propensione a evadere l’Irpef da parte del lavoro autonomo ha raggiunto nel 2014 il 59,4%. Questo significa che entrano nelle casse dello Stato solo quattro euro su dieci delle imposte sul reddito dovute da chi esercita un’attività non dipendente.

Trenta miliardi e 736 milioni che spariscono ogni anno ma l’elemento davvero preoccupante è che in cinque anni l’aumento dell’evasione, secondo i dati della commissione presieduta da Enrico Giovannini, ha superato il 50 per cento.

Ma non finisce qui: il nostro è il Paese europeo che detiene il record dell’evasione dell’Iva. La differenza fra l’Iva dovuta e quella effettivamente pagata sfiora il 30 per cento. Questo significa che ci sono altri 40,1 miliardi sfumati, mentre cinque anni prima erano solo 37,4.

Oltre alle imposte dei lavoratori autonomi e dell’Iva si aggiungono anche i vuoti sui redditi d’impresa, dell’Irap e dei contributi previdenziali, con i quali arriviamo a un totale di 111,7 miliardi.

Di certo in Italia l’imposizione fiscale è molto, forse troppo, pesante. La pressione fiscale, che si è aggirata negli ultimi anni intorno al 43 per cento, risulta inferiore solo a quella di Danimarca, Francia, Belgio, Finlandia e Austria. Ed emerge un dato calcolato da Confartigianato: su un’impresa di medie dimensioni grava un carico fiscale complessivo del 64,8 per cento, superiore di quasi 25 punti alla media europea (40,6).

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