L’Europa si chiude, blinda i suoi confini esterni e cerca soluzioni per quelli interni. È la soluzione raggiunta nella serata di ieri durante il vertice straordinario dei capi di Stato e di Governo europei sull’emergenza Covid 19. Nessun viaggio “non essenziale” nell’Unione europea, quindi. “Lo facciamo per non far ulteriormente diffondere il virus dentro e fuori il continente e per non avere potenziali ulteriori pazienti che pesano sul sistema sanitario Ue”, ha dichiarato la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen al termine del vertice in videoconferenza.
Il provvedimento è stato preso per evitare, tra le altre cose, che i singoli governi continuino a chiudere le frontiere interne all’Unione. Paesi come Estonia, Norvegia, Austria, Ungheria, Repubblica Ceca, Danimarca, Polonia, Lituania, Germania e Svizzera avevano già iniziato a introdurre controlli lungo i propri confini, “sospendendo” di fatto la libera circolazione prevista dagli accordi di Schengen. “Le sospensioni sono legalmente autorizzate, ma la Commissione sta cercando di scoraggiare perché il virus non si ferma chiedendo un passaporto al confine di un Paese”, ha dichiarato il commissario europeo agli Affari economici Paolo Gentiloni.
Resta inalterata, però, la libera circolazione delle merci per ridurre al minimo l’impatto negativo sull’economia. Verranno approvate le misure proposte dalla Commissione venerdì scorso: sospensione del Patto di stabilità e delle regole sugli aiuti di Stato, con la possibilità per i governi di spendere ben oltre il 3% del deficit per sostenere i sistemi sanitari e contenere i danni del virus. “A una crisi straordinaria, senza precedenti, si risponde con mezzi altrettanto straordinari, mettendo in campo qualsiasi strumento di reazione”, è il parere del presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Un “whatever it takes” all’italiana, che comprenderebbe l’introduzione dei “coronavirus bond” o di un fondo di garanzia europeo in modo da finanziare con urgenza tutte le iniziative dei singoli governi per proteggere le proprie economie.
Intanto in Francia cresce la polemica all’interno del governo. Mentre migliaia di parigini approfittavano delle ultime ore di “libertà” per scappare dalla capitale e rifugiarsi in isolamento nelle loro case di provincia, l’ex ministra della Sanità Agnès Buzyn ha accusato il presidente Macron di non aver agito tempestivamente. “L’11 gennaio gli ho inviato un messaggio per informalo del Coronavirus – ha dichiarato – ma si è deciso comunque di non annullare gli eventi. Le elezioni di domenica scorsa (per le cariche di sindaco e amministratori locali, ndr) sono state una buffonata”.