Leggere rende liberi. Se è vero, come sottolinea oggi in un’intervista al Corriere della Sera il presidente dell’Associazione italiana editori Franco Levi, tra Nord e Sud Italia la spaccatura è davvero grave. Ad oggi, come sottolinea proprio l’Aie fotografando la situazione del mercato del libro, nelle regioni del settentrione legge il 48,8% della popolazione, mentre tra meridione e isole soltanto il 23%. Il centro si colloca intorno al 43,5%.
Eppure, sottolinea Levi al Corriere, “il 2019 è stato un anno buono per l’editoria. Il fatturato scaturito dalla vendita dei titoli di narrativa, saggistica e ragazzi, in formato cartaceo ed ebook, è cresciuto del 4,9% rispetto al 2018, recuperando i livelli del 2011. Le copie vendute sono aumentate del 3,4%”.
Nel dettaglio, il mercato ebook vale 71 milioni (+6% rispetto al 2018). Gli store online coprono più di un libro su quattro (+2,7% sul 2018 ) e continua la discesa delle librerie: 66,2% delle vendite (-2,8%) e 245 negozi in meno dal 2012 (oggi sono 3.299, contro i 3.544 di soli 8 anni fa). In dieci anni gli store online passano dal 3,8% al 26,7%, sottraendo spazi a grande distribuzione (dal 18% al 7,1%) e librerie (dal 78,2% al 66,2%). Quest’ultime, infine, si vedono sottrarre dalla pirateria un ricavo di 247 milioni all’anno.
Il presidente dell’Aie spiega che l’associazione ha lanciato #ioleggoperché, un progetto che ha portato finora oltre un milione di libri nelle biblioteche scolastiche da Nord a Sud e su cui continuerà a lavorare per renderlo più capillare. “Ma – dice Franco Levi – serve la politica, scelte di ampio respiro che, a partire dalla scuola, aiutino il Paese a crescere con particolarissima attenzione al Mezzogiorno”.
In questo senso il recente disegno di legge che prevede un tetto agli sconti del 5%, contro l’attuale 15%, è ritenuto un pericolo da Levi. “La drastica riduzione dei margini di manovra sul prezzo del libro – spiega sempre al Corriere delle Sera – peserà direttamente sui lettori e sulle famiglie”.