“Mattarella? Sarebbe il massimo”. Il segretario del Partito Democratico, Enrico Letta, è convinto che la decisione giusta sia quella di rimandare l’elezione del Presidente della Repubblica a tempi migliori, puntando sulla permanenza al Colle di Sergio Mattarella. A DiMartedì, infatti, ha invocato un “profilo istituzionale, super partes, un po’ come è stato Mattarella, che è stato un grande Presidente”.
Verso un Mattarella bis a tempo?
Chi lavora a questo scenario è convinto che non esista un piano B accettabile, che la strada che porterebbe Mario Draghi da Palazzo Chigi al Colle si sia fatta troppo stretta, nonostante le sue aspirazioni. A dar manforte a questa idea c’è la situazione di emergenza legata alla pandemia, tanto in Parlamento quanto nell’intero Paese, che potrebbe portare a invocare la “prorogatio” di Mattarella in nome dell’unità e dell’emergenza nazionale.
La mancanza di candidati forti, inoltre, potrebbe causare uno stallo nelle votazioni e, dunque, una paralisi del Parlamento con conseguente caos nel Paese. A quel punto, Mattarella dovrebbe scegliere se restare coerente con la sua posizione di non voler forzare la Costituzione oppure cedere alla richiesta di effettuare un ultimo sacrificio per la tenuta delle istituzioni. Infine, una proroga fino al 2023 di Mattarella non brucerebbe il nome di Draghi, che tornerebbe in auge al termine della legislatura.
Il Movimento Cinque Stelle dovrebbe allinearsi sulle posizioni di Letta. Seppur diviso al suo interno, continua a chiedere un nome di fiducia. Quel nome potrebbe essere proprio quello dell’attuale Capo dello Stato.
Salvini pensa al rimpasto e invoca un governo dei leader
Intanto, Matteo Salvini si è già proiettato a cosa accadrà dopo la scelta del prossimo inquilino del Quirinale, invocando a Porta a Porta un coinvolgimento degli “assi di briscola”, lui compreso, all’interno del Governo in vista di un anno complicato. Ciò a cui il leader della Lega ha fatto riferimento sembra essere la richiesta di un rimpasto, in particolare quando reclama l’impegno di tutti i leader dell’Esecutivo. Oggi, in conferenza stampa a Montecitorio, ha però chiarito che la Lega resterà al Governo, a prescindere da chi sarà il premier.
Sul Colle, invece, ha annunciato che darà il suo nome entro quindici giorni e ha auspicato un tavolo aperto a tutti i partiti, a condizione che non siano posti veti sulla figura di Silvio Berlusconi. Al leader di Forza Italia, però, ha anche chiesto di rompere gli indugi, sciogliendo la riserva sulla sua candidatura.
Sondaggio Radar Swg: è Draghi il preferito degli italiani
A dispetto delle ultime evoluzioni, però, secondo un sondaggio del Radar Swg il 52% degli italiani, trasversalmente tra gli elettori di centrodestra e di centrosinistra, ritiene che Mario Draghi sia il più adeguato a ricoprire il ruolo di Presidente della Repubblica. Il premier stacca gli altri possibili candidati, con la ministra della Giustizia, Marta Cartabia, che non va oltre il 29%, seguita dal commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni, al 28%, e dalla presidente del Senato, Elisabetta Alberti Casellati, al 26%.
Scintille nelle Regioni per l’elezione dei delegati
Scintille ieri durante l’elezione dei delegati regionali che integreranno il Parlamento in seduta comune durante l’elezione del Capo dello Stato. In Lombardia è stato eletto il grillino Dario Violi, che ha avuto la meglio sul capogruppo del Pd Fabio Pizzul, causando l’ira del Nazareno. Il sospetto dei dem è che dietro la sua nomina ci sia la mano della Lega.
In altre regioni, invece, si consuma una lotta intestina al centrodestra: Fratelli d’Italia rivendica il posto in cinque regioni, dove non vuole dividere i seggi con Lega e Forza Italia. Nel Lazio via libera al governatore Nicola Zingaretti, a Marco Vincenzi del Pd e a Fabrizio Ghera di FdI, mentre in Campania la forzista Annarita Patriarca ha prevalso sul consigliere azzurro Stefano Caldoro. Oggi pomeriggio sarà il turno di Sicilia e Sardegna.