Roberto D’Alimonte è un politologo italiano, esperto di sistemi elettorali. Ha commentato con Lumsanews i primi exit poll sulla prima tornata delle elezioni amministrative.
Professor D’Alimonte, secondo i primi exit poll Milano, Napoli e Bologna andrebbero al primo turno al centro-sinistra?
“Non sarebbe una sorpresa, se questi dati dovessero essere confermati. Si sapeva che la sinistra avrebbe vinto in queste città. L’unico dubbio poteva semmai essere se a Napoli Manfredi si affermasse al primo o al secondo turno”.
Ci potrà essere qualche scossa nell’esecutivo?
“Non credo a possibili minacce per il governo. Qualche piccolo aggiustamento potrà pure esserci, ma non penso proprio a grandi problemi. Certo, potrei anche sbagliarmi…”
Allude alla Lega?
“Se dovessero essere confermati i dati negativi, soprattutto a Milano, ci potrebbero essere baruffe e recriminazioni interne. Alla fine però non credo che Salvini decida di sfilarsi dal governo. Ma posso sbagliare”.
Ma il numero uno della Lega non è lo stesso del Papeete?
“Infatti, il dubbio che Salvini possa fare un coup de theatre c’è. Ma non penso che andrà fino in fondo, anche perché ci sarebbe una spaccatura nella Lega”.
Il famoso partito dei governatori non lo seguirebbe?
“Eh sì, la parte più moderata pensa a un partito molto diverso da quello che ha in mente Salvini e un’uscita dall’esecutivo determinerebbe una spaccatura interna fortissima”.
Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni come ne esce?
“Fratelli d’Italia continuerà a fare opposizione e dunque cambierà poco. Certo, non è il partito di centro-destra che esce meglio da questa competizione elettorale”.
Già, c’è Forza Italia..
“Sì, se lei ci pensa il candidato Dipiazza, che a Trieste è in vantaggio, viene proprio da quel partito. Anche nelle elezioni regionali in Calabria è in vantaggio il forzista Roberto Occhiuto.”
Passiamo a chi vince, il centrosinistra esce rafforzato?
“Se i dati dovessero essere confermati, è il Pd che ne uscirebbe molto rafforzato. Gualtieri sembra essere addirittura in leggero vantaggio su Michetti. Se poi il segretario dem Enrico Letta, come sembra, la dovesse spuntare nelle suppletive di Siena, la sua linea politica ne uscirebbe potenziata e i dissensi interni contrari all’alleanza con il M5S verrebbero sopiti”.
Il M5S sembra uscirne male. A Milano il candidato pentastellato rischia di prendere meno voti di Gianluigi Paragone.
“Sì, anche a Roma potrebbero esserci pesanti discussioni interne se il sindaco uscente Virginia Raggi non dovesse agganciare il ballottaggio. Occorre però aspettare di sapere quanti voti ha preso il Movimento Cinquestelle anche negli altri Comuni, anche se non credo che ci saranno soprese positive”.
Ma la leadership di Conte non è a rischio?
“Assolutamente no”.