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HomeEsteri L’esercito siriano riconquista Palmira. Isis in ritirata

L'esercito siriano a Palmira
riconquistata due volte
Combattenti Isis in ritirata

Sempre meno jihadisti in Iraq e Siria

Ma a Mosul sono migliaia gli sfollati

di Salvatore Tropea03 Marzo 2017
03 Marzo 2017

L’esercito governativo siriano ha riconquistato la città di Palmira. A confermare la notizia, nella giornata di ieri, il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov e il ministro della Difesa russa Sergei Shoigu. Il governo di Damasco ha ripreso il controllo della cittadella patrimonio dell’Unesco per la seconda volta nell’arco di un anno, sostenuto dai raid aerei dei jet russi. Ora ricominceranno subito i sopralluoghi scientifici per dare il via, dove possibile, a restauri e ricostruzioni, con l’aiuto di archeologi e storici di tutto il mondo.

Gli uomini di Daesh, il sedicente Stato Islamico, avevano occupato per la prima volta Palmira nel maggio del 2015, commettendo nel corso dei mesi atroci massacri e distruggendo sistematicamente beni artistici di inestimabile valore, arrivando a decapitare, sempre nell’agosto di quell’anno, il direttore del sito archeologico Khaled al-Asaad, che si era rifiutato fino all’ultimo di indicare ai guerriglieri dove aveva nascosto importati reperti romani.

La “Sposa del Deserto”, così viene soprannominata la città, era stata poi riconquistata una prima volta alla fine del marzo del 2016, grazie all’intervento congiunto di militari siriani, Hezbollah libanesi e Spetsnaz russi. Evento che fu celebrato con un concerto della filarmonica del teatro Mariinskij e con il collegamento video nel Teatro romano del presidente russo Vladimir Putin. Il successivo impiego delle forze siriane di Assad per riconquistare Aleppo, permise però al Califfato di conquistare una seconda volta Palmira all’inizio dello scorso dicembre, riprendendo la massiccia distruzione della cittadella, soprattutto dello storico Teatro.

Negli ultimi giorni, però, la seconda riconquista che, si spera, sia quella definitiva. L’ultima offensiva, infatti, ha costretto gli islamisti dell’Isis a fuggire nel deserto e fonti del Pentagono hanno fatto sapere che i combattenti di Daesh rimasti in Iraq e Siria sono sempre di meno, non più di 15mila in totale, dei quali almeno duemila a Mosul. Ed è proprio nella città irachena che adesso si concentra la battaglia più importante tra governativi e forze jihadiste, non senza pesanti conseguenze per i civili. L’Onu ha infatti stimato che dallo scorso 25 febbraio sono almeno 4mila le persone che ogni giorno scappano e il bilancio è destinato a crescere.

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