KIEV – La Russia ha usato per la prima volta in Ucraina la “superbomba” UPAB-1500B, uno dei più moderni armamenti a disposizione dell’aviazione di Mosca. L’ordigno può essere sganciato da 40 km di distanza e ha un doppio sistema di guida satellitare e inerziale che gli permette di colpire il bersaglio senza subire gli apparati di disturbo delle trasmissioni gps. L’impiego di quest’arma segna una significativa evoluzione dei combattimenti, poiché Mosca ha deciso di sfoderare uno dei pezzi più pregiati del proprio arsenale, tentando il tutto per tutto pur di piegare la stoica resistenza ucraina.
Mentre i combattimenti continuano serrati – soprattutto a Bakhmut, città nel Donetsk assediata dai russi, dove da mesi infuriano sanguinosi combattimenti e colpita proprio in questi giorni da una UPAB-1500B -, l’intelligence militare ucraina comunica che, secondo le sue stime, l’economia russa non sarà più in grado, fra tre mesi, di sostenere un simile sforzo bellico. Sul fronte europeo, invece, il cancelliere tedesco Olaf Scholz, in un’intervista alla Cnn, ha allertato la Cina su possibili conseguenze nel caso in cui Pechino decidesse di sostenere l’offensiva militare russa mediante l’invio di armi. Scholz, tuttavia, si è dichiarato ottimista sul fatto che ciò non avverrà.
Inoltre, si è tenuta il 6 marzo a Vienna la riunione trimestrale dei governatori dell’Aiea – Agenzia internazionale per l’energia atomica -, durante la quale l’Ucraina ha proposto la sua candidatura al board dei governatori per il biennio 2023-2025. L’Aeia, che ha lo scopo di promuovere l’utilizzo pacifico dell’energia nucleare e di impedirne l’impiego militare, da mesi sta supervisionando il conflitto tra Mosca e Kiev. L’obiettivo è tenere sotto controllo la minaccia russa sul ricorso alle armi nucleari, ma anche monitorare la situazione nella centrale nucleare di Zaporizhzhia, al fine di evitare un disastro nucleare. Qualora la candidatura dell’Ucraina dovesse essere accettata, quindi, pur essendo l’Aiea un’agenzia indipendente, questo potrebbe sensibilmente alterare alcuni equilibri diplomatici.