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un falso problema?
Le risposte dei comitati

Leggi Navetta
un falso problema?
Le risposte dei comitati

di Alessio Foderi07 Novembre 2016
07 Novembre 2016

29 Dec 1971, Rome, Italy --- Senators and Deputies fill the flag-draped Chamber of Deputies to witness President Giovanni Leone (standing at second highest row of desks facing deputies) take the oath of office. --- Image by © Bettmann/CORBIS

Le navette parlamentari sono sicuramente uno dei temi più discussi in vista del referendum del 4 dicembre che intende modificare l’attuale assetto costituzionale. Infatti, secondo l’art. 70, il parlamento si fonda sul bicameralismo paritario: la Camera dei Deputati e il Senato della Repubblica detengono quindi gli stessi poteri. Ciò significa che il progetto di legge deve essere approvato da entrambe le camere con identica formulazione e, nel caso una operi delle modifiche, il testo ritorna al vaglio dell’altra. Quando però questo procedimento supera le canoniche due approvazioni si parla di ‘legge navetta’.

Secondo un approfondimento di Openpolis, nella XVII legislatura solo il 19,84% delle leggi (e quindi una su cinque) è stato approvato dopo un  ping pong parlamentare fra camera e senato. In effetti su 252 leggi, 202 hanno richiesto soltanto due approvazioni seguendo così un iter legislativo regolare. Una sola legge ha battuto il ‘record navetta’ con 5 approvazioni, mentre sono state 48 quelle che hanno esulato il procedimento ordinario. Tutto ciò permette varie riflessioni riguardo le tempistiche: solamente il 4% del tempo complessivo è occupato dalle leggi navetta, o meglio da leggi che hanno superato la seconda approvazione.

La questione che scalda gli animi dei comitati referendari è quindi quanto il bicameralismo perfetto vada ad incidere sui tempi di promulgazione delle leggi e quando l’iter sia rallentato o meno dall’attuale assetto. Secondo i sostenitori del ‘No’, il rimbalzo sarebbe un fenomeno contenuto, vista la bassa incidenza delle leggi navetta sull’attività legislativa esercitata collettivamente dalle camere. I favorevoli al ‘Sì’ ritengono invece che l’attuale meccanismo rallenti i provvedimenti legislativi, anche in casi di urgenza. Difatti, con la modifica proposta, il potere legislativo spetterebbe solo alla Camera, ed il Senato sarebbe confinato ad funzione consultiva e di rappresentanza. Il suo depotenziamento agevolerebbe però, secondo i sostenitori della campagna, il cammino delle leggi.

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