“Il progetto per lo stadio della Roma? Un ecomostro”. E’ questa l’accusa lanciata ieri dalla sezione nazionale di Legambiente che vuole assolutamente fermare l’operazione affidata al costruttore Parnasi. “Questo progetto è irricevibile per il Comune perché nascerebbe un mostro di cemento, un cavallo di Troia che regala a un unico costruttore una mega operazione edilizia da 1 milione di metri cubi e 700 milioni di euro di guadagni”, ha detto il vicepresidente nazionale di Legambiente, Edoardo Zanchini, che ieri ha presentato un dettagliato dossier sull’impianto sportivo che sorgerà a Tor di Valle.
Un progetto irricevibile. Un’operazione immobiliare e finanziaria dai contorni poco chiari. E soprattutto un impianto che apre a una serie di criticità. In primis la viabilità. Nell’area su cui sorgerà il nuovo stadio, al posto dell’ippodromo di Tor di Valle, mancano infatti completamente tutti i rafforzamenti annunciati del trasporto pubblico. Il rischio è che la città rimanga congestionata dal traffico, là dove su 80mila tifosi 60mila e 25mila impiegati potenziali dei nuovi uffici si sposteranno tutti insieme in quella zona, dove non c’è neanche una fermata della metro. In tutta Europa lo stadio si sceglie proprio dove c’è una stazione metro e qui invece è completamente sparito il prolungamento della metro B alla Muratella. “Immaginiamo un mercoledì pomeriggio con la Roma che gioca in Champions, la circolazione rischia di andare in tilt”, ha spiegato Edoardo Zanchini. Per raggiungere l’area la quasi totalità dei tifosi (il 75%) dovrà quindi servirsi dell’auto privata e in più dovranno anche pagare 10 euro di parcheggio. Per chi invece vorrà spostarsi con i mezzi pubblici rimarrà a disposizione solo la Roma-Lido che attualmente offre due corse all’ora di domenica e che secondo il progetto saranno portate a otto. Ma non c’è alcuna chiarezza su chi sarà a pagare l’aumento delle corse della Roma-Lido.
Un altro problema è rappresentato dal Tevere poiché la vicinanza al fiume, in caso di maltempo, sarebbe pericolosa. Infine ci sono troppi aspetti poco chiari nel progetto. Accanto allo stadio sono spuntati uffici per 920mila metri cubi e strutture turistico/alberghiere per 48mila. Insomma ci si trova davanti a 960mila metri cubi di nuove previsioni che non hanno nulla a che fare con lo stadio. “Se non ci fosse stato lo stadio di mezzo e quindi la legge sugli impianti sportivi, questa operazione sarebbe stata vietata dal Piano regolatore. Chi costruisce avrebbe dovuto aspettare anni solo per i permessi”, ha poi denunciato Legambiente. Il Comune deve intervenire immediatamente per spezzare questo cortocircuito dove un imprenditore ha fin troppi benefici: 700milioni di guadagni di fronte a un intervento che non costa così tanto.
Giulia Lucchini