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Lega Nord, un Tanko in regalo per le Europee

di Federico Capurso07 Aprile 2014
07 Aprile 2014

Ventiquattro indipendentisti veneti arrestati dai Ros e il sequestro di una ruspa camuffata da carro armato, tutto a meno di due mesi dalle elezioni europee: per la Lega, in termini di opportunità politica, è stato quasi il giorno di Natale. Il segretario del Carroccio Matteo Salvini, dopo aver tuonato il suo sdegno su Facebook per quanto avvenuto, ha quindi indetto una manifestazione di solidarietà nei confronti dei secessionisti, in piazza dei Signori, a Verona.
Erano previsti dagli organizzatori leghisti oltre diecimila partecipanti. Invece domenica in piazza erano poco più di tremila. Sempre folkloristici – tra modellini di blindati militari e carriole munite di finto cannone caricato a pane, molte bandiere con il leone di San Marco, eppure poche bandiere verdi. E ad attenuare la delusione per la mite partecipazione di aficionados leghisti non si è potuto tirare in ballo nemmeno l’alibi calcistico del derby tra Chievo e Hellas, giocato sabato.
Il fiasco di Salvini, nonostante tutto, è marginale. Poco male se i manifestanti erano pochi. O se i leghisti erano ancora di meno. All’interno della più grande questione sollevata, che ha raccolto l’attenzione nazionale di media e opinione pubblica, si decide il vestito con cui la Lega si presenterà alle urne a maggio. Il grottesco caso dei secessionisti potrà facilmente essere trasformato in cavallo di battaglia, veicolo per proporre il ritorno ai vecchi ideali che lanciarono la Lega di Umberto Bossi – presente al comizio – e persino diventare un ricostituente per la base, stanca delle elucubrazioni di Roberto Maroni, che al Po e alle ampolle preferiva i meeting a Torino.
Certo, fino a qualche anno fa i movimenti indipendentisti veneti non guardavano di buon occhio alle mosse sempre più “politiche” e sempre meno “secessioniste” della Lega, e dallo stesso bacino elettorale del Carroccio pescavano voti. Il “tentativo-non-tentato” di ricostituire la Serenissima repubblica di Venezia si traduce però in un consenso di nicchia tanto prezioso da non poter essere sprecato di fronte a vecchie ruggini. Si chiuda un occhio. Voti ancor più preziosi, per la Lega, se la soglia di sbarramento per entrare al Parlamento europeo è del 4%. Dopo il tonfo clamoroso degli ultimi quattro anni, durante i quali ha perso quasi la metà dei suoi elettori, il Carroccio è riuscito negli ultimi mesi a tenersi sopra l’asticella minima di appena lo 0,2% (dati di “Termometro politico” aggiornati al 2 aprile 2014). Numero che varrebbe quattro biglietti per il Parlamento europeo.

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