Finanziamenti illeciti al Carroccio tramite restituzioni di denaro in nome del partito. È questo il punto cruciale sul quale è stato chiamato a rispondere Michele Scillieri, il commercialista consulente della Lega, coinvolto nell’inchiesta milanese sul caso Flc e già arrestato lo scorso settembre dalla Guardia di Finanza di Milano, per turbativa d’asta, peculato ed evasione fiscale.
Secondo le ricostruzioni di Scillieri, fornite durante l’interrogatorio di sabato scorso, parte dei compensi ricevuti per il suo incarico alla Lombardia Film Commission, sarebbero stati restituiti ai revisori contabili della Lega, Alberto Di Rubba e Andrea Manzoni, parlando di questa come una prassi consolidata per chiunque venga collocato nelle caselle delle municipalizzate o ottenga un incarico nel sistema pubblico lombardo.
Scillieri ha inoltre parlato di fatture emesse dai contabili del Carroccio su consulenze professionali affidate a lui stesso, con la clausola però di restituzione al partito di una parte dei compensi, sulla base di quello che essi definivano un accordo. Queste fatture, infatti, servivano, secondo il commercialista milanese, a giustificare la restituzione del denaro.
L’interrogatorio ha anche fatto emergere il ruolo di Di Rubba nella vicenda dei 49 milioni di euro del partito spariti nel nulla, sulla quale il contabile avrebbe avuto, sempre secondo Scillieri, un ruolo chiave, essendo a conoscenza del flusso di denaro – pari a tre milioni di euro – transitato dalla Sparkasse di Bolzano al Lussemburgo e sul quale indagano da tempo i pm genovesi per riciclaggio.
I tre, tuttavia, erano già finiti ai domiciliari per la vicenda del capannone di Cormano da parte di Flc, attraverso la cui compravendita sarebbero stati drenati fondi pubblici. Accusati di avere orchestrato il tutto già dal 2016, compariranno in aula domani, quando è previsto l’inizio del processo e un nuovo giro di interrogatori in Procura.