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Le sfide della sicurezza: Italia e Germania a confronto

di Samantha De Martin17 Marzo 2015
17 Marzo 2015

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Mai, come negli ultimi 50 anni l’Unione Europea si è trovata a navigare acque così torbide sul piano della sicurezza, priva di un piano d’azione comune, caratterizzata da un pensiero comunitario ciecamente idealizzato in cui, a far da nocchiero, resta una casta di europeisti professionisti privi di atteggiamenti concreti e autocritici. In questo contesto l’Europa, priva di un vero esercito, si è trovata ad affrontare una serie di emergenze sul piano della sicurezza, come la situazione in Ucraina, i rapporti con la Russia di Putin e il complesso scenario in tutta l’area del Mediterraneo.

È il bilancio emerso a margine del primo di un ciclo di incontri dal tema “Le sfide alla sicurezza: Italia e Germania a confronto” promossi dall’Università Lumsa, dall’Università degli Studi Internazionali di Roma, dall’Osservatorio sulle relazioni tra Germania e Italia e dalla Fondazione Konrad Adenauer.

“Ci troviamo di fronte a una situazione profondamente cambiata dopo il 2008 – ha detto Antonio Varsori, ordinario di Storia e Relazioni internazionali all’Università di Padova. -. Fino all’epoca della riunificazione tedesca l’equilibrio del vecchio continente si reggeva sulle quattro maggiori potenze europee: Germania, Francia, Gran Bretagna, Italia. Adesso nell’Europa attuale esiste un paese, la Germania, indiscutibilmente più forte degli altri, con grande potere decisionale sulle questioni economiche piuttosto che politiche”.

Per parlare di Unione Europea occorre avere ben chiari i concetti, oggi sempre più confusi, di “potere”, “guida”, “ordine”, come ha spigato Christian Hacke, docente dell’Università di Bonn, intervenuto al convegno alla Lumsa. In un contesto come quello attuale, sempre più bisognoso di una politica comune per raggiungere un accordo in materia di sicurezza, “le relazioni politiche tra Italia e Germania – ha ribadito Hacke – non riflettono quelle stesse sinergie sociali, culturali che esistono tra i due paesi”.

Quello relativo alla politica della sicurezza nel dialogo italo-tedesco è un concetto che è mutato nel tempo. All’epoca della guerra fredda il principio della sicurezza ha coinciso con quello della ricerca di un equilibrio cha visto nell’alleanza atlantica la giusta garanzia capace di consentire all’Italia di superare il rapporto di debolezza con Francia, Germania, Inghilterra assicurandosi un cinquantennio di pace. A partire dal 1945 si è passati dalla ricerca di una “sicurezza dalla Germania”, al tentativo, negli anni ’70, di realizzare un piano di sicurezza con la Germania, contro il riarmo dell’Unione sovietica. Il crollo del muro di Berlino ha poi contribuito a rafforzare la spaccatura, sul piano della sicurezza, tra Italia e Germania. Dopo il 1989 tutti siamo diventati più ingenui e arroganti nel credere che le democrazia sono immuni da qualsiasi forma di imperialismo.

Samantha De Martin

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